E' ritenuto il presunto mandante di una tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. E' l'ipotesi di reato contestata nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiesta dalla Dda ed emessa dal Gip di Napoli, che i carabinieri hanno eseguito a carico di Raffaele Abate (avvocati Francesco Pagnozzi e Valeria Verrusio), 56 anni, di Pannarano, già noto alle forze dell'ordine.
Si tratta di uno sviluppo dell'inchiesta che a febbraio era sfociata nell'arresto di Claudio De Biasi (avvocato Fabio Russo), 49 anni, sempre di Pannarano, anch'egli colpito da un provvedimento restrittivo confermato dal Riesame, avviata dopo la denuncia del titolare di un’impresa edile casertana impegnata nei lavori di rigenerazione ed adeguamento dell’impianto sportivo di Pannarano, appaltati dal Comune per un valore di circa 700mila euro.
L'imprenditore aveva raccontato di essere stato minacciato anche con l’uso di una pistola che gli era stata puntata contro.
Lo avevano fatto "più persone" che si erano presentate "in occasioni diverse" nel cantiere, intimidandogli il pagamento di "una somma non meglio specificata". "Dovete mettervi a posto, altrimenti non andrete più via da Pannarano”, gli avrebbero detto , "utilizzando una chiara metodologia di tipo mafioso".
De Biasi sarebbe stato identificato come colui che per primo, "a volto scoperto", lo avrebbe avvicinato con il presunto "tentativo di coartare la sua volontà" e di costringerlo a sborsare i soldi- l'importo doveva essere concordato durante un incontro in un bar - se avesse voluto continuare i lavori, che l'imprenditore aveva poi abbandonato.
Addebiti che l'interessato aveva respinto durante l'interrogatorio di garanzia, sostenendo di avergli soltanto chiesto di poter lavorare. Aveva aggiunto che lui gli aveva risposto di tornare dopo mezz'ora. L'aveva fatto, ma per tutta risposta si era sentito dire che doveva andare via perchè avrebbe chiuso tutto. De Biasi aveva infine precisato di aver visto sfrecciare una moto con due persone munite di casco integrale, ma di non sapere chi fossero.
Ora l'arresto di Abate, che sarebbe stato il mandante del gesto. Domani, in videoconferenza dal carcere, l'interrogatorio dinanzi al Gip, che ha invece respinto la richiesta di arresti domicicliari avanzata nei confronti di un 61enne.