Avellino

Immaginate Nargi, ogni mattina, tutte le mattine, arrivare in ufficio, spalancare porte e finestre per poi poter dire che in Comune è cambiata l'aria. Non per scivolare nelle facili autocitazioni, ma l'esecutivo varato è una marcata promessa di rettitudine che alla giovane sindaca era richiesta in premessa. Il vento che tira lo capisci con gli atti compiuti, non con i discorsi mandati a memoria. Lo squallido silenzio con il quale nella vecchia giunta veniva accettato il clima imposto dai quattro dell'Ave Maria ha rappresentato, in concorso politico, una supina accettazione del metodo e delle conseguenti “zelle” di Natale. Il tanfo di quelle che la Procura si ostina a ritenere possibili mazzette aleggia in molti uffici, gli stessi che ora Nargi difende come sacri. E vorremmo pure vedere: ora lo chiamano ravvedimento operoso.

Pur votati, gli ex stanno bene dove stanno. Anzi, qualcuno farebbe bene a farsi da parte: certi fatti ti seguono. E ti pesano su come sei stato uomo quando c'era bisogno di esserlo. Chi ha voltato le spalle alla città una volta, lo farà sempre. Non uno ha preso le distanze. Non uno. Questo marchio resterà sempre.

Degli appalti banditi solo per muovere denaro, regalando alla città marciapiedi nuovi e costosi, realizzati sotto i ruderi del terremoto di 44 anni fa: dobbiamo ancora incocciare uno che si sia seduto su una delle moderne panchine telematiche, che tratteggiano corso Umberto. Tra una possibile ricarica usb e una altrettanto incombente tegola in testa la scelta dev'essere complicata. A memoria di atti giudiziari, quei marciapiedi valgono “zelle” per 20mila euro. Scripta manent.

Tutto questo, va chiarito, è annotazione del passato. Ora abbiamo i professori della Bocconi e della Sapienza, cui affidiamo il futuro di una città che, tanto più professionalmente seri sono sul lavoro, meno potranno frequentare.

Chiederemo conto all'avvocato Edo Volino non appena si rifarà strada il sospetto, il semplice sospetto del ritorno dentro palazzo di città di possibili puzzolenti “zelle”. Ora che è in politica, ne dovrà rispondere con l'onore.

A Nargi, per ricordare il rispetto di certi luoghi, chiediamo un ulteriore sforzo: vada in un negozio e prenda, di tasca sua, un computer. Il più moderno, il più attrezzato, e lo doni alla città, come sigillo a un patto, firmato su carta bianca, di non voltarsi mai più da un'altra parte quando la sacra città tende la mano e chiede d'essere rispettata e difesa.

Aggiornamento con fotogallery

Dopo una attenta verifica, per amore della verità, riscontriamo che su nove panchine usb installate lungo corso Umberto tre non funzionano, ovvero il 33%. Lo segnaliamo al neo assessore ai Lavori Pubblici. Magari il saldo all'impresa non è stato ancora effettuato. Scripta manent.