"Non entro nel merito del provvedimento di riammissione in servizio del comandante della polizia penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere e degli altri 5 agenti, perché immagino sia stato legittimamente emesso dall’amministrazione. Anzi, mi congratulo con il comandante Manganelli, del quale ho avuto modo in passato di apprezzarne dedizione e responsabilità; va però sottolineata l'assoluta autonomia di questo provvedimento rispetto al merito delle singole responsabilità per i gravissimi fatti avvenuti oltre 4 anni fa nel carcere di Santa Maria Capua Vetere ancora al vaglio della locale Corte di Assise.
Le sconcertanti immagini dei pestaggi ai danni di inermi detenuti hanno indignato l'opinione pubblica.Il mio auspicio è che giunga in tempo ragionevole la sentenza della Corte; ma questo anche e soprattutto per gli imputati che dovessero risultare estranei ai fatti, i quali giustamente attendono che sia riconosciuta la propria innocenza il prima possibile."
Così il garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello ,che presentò per primo alla Procura di santa Maria Capua Vetere le denuncia delle violenze e delle torture subite dai detenuti del reparto Nilo ,nel carcere di santa Maria Capua Vetere il 6 aprile del 2020.