Atripalda

di Paola Iandolo 

I componenti della banda che sequestrarono, legarono, picchiarono e rapinarono in casa i familiari del farmacista ad Atripalda e quella dell'imprenditore a Grottaminarda si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip del tribunale di Avellino. I legali di P.D., K.T., I.Z. e dell'unico italiano coinvolto L. T. non hanno presentato alcuna istanza di attenuazione della misura per i loro assistiti puntando direttamente al tribunale del Riesame. 

 La violenza

Episodi che misero in allarme l'intera provincia. Ad arrestarli i carabinieri del Comando Provinciale di Avellino, coadiuvati da quelli dei reparti territorialmente competenti. I quattro devono rispondere di rapina e tentata rapina aggravate, lesioni personali e sequestro di persona in concorso.
La banda aveva base a Mondragone, in provincia di Caserta. Potrebbero avere avuto contatti con basisti locali.  La gang si muoveva a bordo di cinque vetture, alcune rubate e mai ritrovate e altre prese a noleggio. Veicoli che sarebbero serviti per i sopralluoghi prima dei raid e poi per compiere i colpi. I fatti avvennero nel mese di giugno dello scorso anno. 

Il modus operandi

E si registrarono nel giro di qualche giorno. Ad Atripalda vennero prese di mira due ville dei familiari del farmacista in contrada Cerzete. In una la rapina fu portata a termine: i proprietari furono sequestrati, brutalmente malmenati e minacciati per farsi consegnare soldi e preziosi. Nell'altra abitazione, i banditi non riuscirono nel loro intento. Qualche giorno dopo a Grottaminarda, la stessa terribile sequenza ma ancora più violenta ai danni dell'imprenditore e di suo figlio. Vennero selvaggiamente picchiati e derubati di preziosi e di effetti bancari per oltre due milioni di euro.