Prima, durante e dopo l’incontro a Twickenham risuona solo “La Marsigliese”. Pronostico rispettato, i “blue” hanno battuto gli azzurri 32 a 10. Loro sono disciplinati, noi no e questo nel rugby fa la differenza in ogni partita. Punizione severa per la truppa di Brunel che come tutti si aspettava qualcosa in più da una squadra che per il momento non è pronta per giocare contro formazioni “smaliziate” e organizzate come quella transalpina. Bene il sannita Furno, che ha giocato quasi tutto l’incontro provando a dare fisicità e dinamismo. Ha lottato Joshua, non ha sentito la pressione che invece ha bloccato qualche compagno di squadra. Le sue avventure in terra francese prima, e ora ai Newcastle Falocons in Inghilterra, lo hanno trasformato in un giocatore completo. Anche lui dovrà lavorare ancora tanto per arrivare ai vertici, ma la strada è quella giusta.
Indisciplinati- Pronti, via e Francia subito avanti. Michalack ha quattro occasioni per piazzare l’ovale e ne sfrutta tre. G azzurri concedono troppi piazzati, errori anche banali che ad un mondiale nessuno può permettersi senza pagare dazio. Allan fallisce il primo piazzato azzurro, ma va a segno nella seconda occasione dopo un fuorigioco di Tillous-Borde. Anche i transalpini concedono qualcosa, ma l’Italia non è quella vista all’Olimpico nel 2013. Al 37’ Spedding esagera e spedisce l’ovale tra i pali da oltre la metà campo: 12 a 3. Gli azzurri non riescono a restare in scia, la Francia prova la fuga.
Senza mischia- Castrogiovanni e compagni soffrono gli avanti francesi. Non riescono mai a contenerli concedendo tanto, anzi troppo. Senza essere competitivi in mischia non si va da nessuna parte. Il match non è ancora compromesso, ma bisogna cambiare marcia. Prima dell’intervallo però ecco che gli azzurri ci ricascano con l’ennesimo fallo sui punti di incontro. Michalack proprio allo scadere non fa sconti: Francia 15 Italia 3, il primo tempo è una mezza disfatta.
Possesso francese- Negli spogliatoi le telecamere a cui nulla sfugge hanno inquadrato un Brunel giustamente agitato. Il tecnico francese non ci sta, la sua squadra non sta dando quello che può e cerca di scuoterla. Tentativo vano, le parole non scendono in campo, lì contano le capacità tecniche e fisiche. Inoltre arriva la pessima notizia della sospetta rottura del tendine d’Achille per Andrea Masi. Un’altra mazzata perché per lui il mondiale è già finito. Bacchin, entrato al suo posto già dopo pochi minuti del primo tempo, non sembra ancora pronto per sostituirlo. Proprio come Vunisa che non riesce a non far rimpiangere Sergio Parisse. I francesi rientrano in campo convinti e motivati. Fanno tantissimo possesso e Michalack ha un’altra occasione dalla piazzola grazie ad un fuorigioco azzurro: 18 a 3. L’Italia è in bambola. Michalack, uno che a questi livelli fa da anni la differenza, inventa al piede per Slimani che sorprende tutti e va in meta sotto i pali: 25 a 3.
Orgoglio azzurro- L’Italia prova a reagire e a gettare il cuore oltre l’ostacolo. L’orgoglio però non basta. L’occasione per la meta arriva al 9’. Il carrettino azzurro funziona, la Francia soffre ma dopo diversi tentativi si salva perché Gori non riesce a schiacciare in meta. Manca poco, l’Italia non molla e ancora Gori si tuffa su una palla chiedendo la meta. Il TMO gela gli italiani, la schiacciata sul terreno non è arrivata, si riparte con una mischia per la Francia. Brunel cambia i piloni, vuole forze fresche. Out Castrogiovanni e Aguero, dentro Cittadini e Rizzo. E’ il 10’ della ripresa e finalmente a sventola anche qualche bandiera tricolore. Venditti trova il varco giusto sulla destra e va in meta, Allan non sbaglia: 25 a 10. Per dieci minuti gli azzurri provano ad attaccare ma l’impressione è quella che questa squadra non sa attaccare.
Delusione- Brunel cambia ancora, mette forze fresche ma la Francia trova il varco giusto al 28’ con Mas. Michalack trasforma: 32 a 10. Anche Furno lascia il campo, stremato, ha dato tutto il sannita ma non è bastato. A tre minuti dalla fine Brunel si “ricorda” di avere in panchina anche Carlo Canna, anche per lui è l’esordio mondiale. Ingresso tardivo quello del numero dieci scuola Ottopagine Rugby Benevento che in tre minuti dimostra di avere mani veloci e buona visione di gioco. Rispetto ad Allan è più dinamico e all’Italia, che ripetiamo ha dimostrato grandi lacune quando bisogna muovere la palla, un giocatore con queste caratteristiche farebbe molto comodo. Il fischio finale è una liberazione per gli azzurri. A Twickenham la Francia fa festa, l’Italia esce con le ossa rotte. Ora bisogna pensare a chiudere con onore questo mondiale. C’è il Canada da battere, poi l’Irlanda con cui sarà vietato fare figuracce e dulcis in fundo la Romania. I nordamericani sono battibili, gli irlandesi no, sono una squadra di livello mondiale e posso addirittura sognare di arrivare fino in fondo. Con la Romania sarà una battaglia che l’Italia non potrà perdere. Dopo la vittoria delle Georgia che rischia addirittura di superare il turno c’è il forte rischio di perdere altre posizioni nel ranking mondiale, sarebbe l’ennesima beffa di un quadriennio in cui negli ultimi ventiquattro mesi l’Italia ha fatto solo passi indietro.
Michele Iacicco