Riceviamo e pubblichiamo una lettera di una mamma di un bimbo che frequenta la scuola elementare di una scuola irpina.
La signora scrive al ministro Giuseppe Valditara:
“Chi le scrive è la mamma di un bambino di 8 anni e mezzo. Il 23 dicembre 2023 mio figlio è stato ricoverato d’urgenza presso l’ospedale Santobono di Napoli per una grave encefalite. Il bambino ha lottato come un leone per continuare a vivere e, dopo più di due mesi in terapia intensiva e diversi interventi chirurgici, il 29 febbraio scorso è stato trasferito al centro di neuroriabilitazione “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini, in provincia di Lecco.
Le scrivo perché da mamma mi sento profondamente amareggiata e delusa dall’istituzione scolastica. Mio figlio, prima del ricovero, frequentava la classe III A della scuola primaria in provincia di Avellino, paese dove risiede la mia famiglia.
A fine maggio mio marito, non avendo ricevuto alcuna comunicazione da parte della scuola, ha inoltrato alla segreteria della stessa, a mezzo pec, il certificato di ricovero. Il 28 giugno ho appreso in modo del tutto casuale che la scuola ha deciso di non ammettere alla classe successiva (IV elementare) mio figlio a causa delle assenze accumulate durante l’anno scolastico 2023-24.
Io non so quando mio figlio potrà rientrare a scuola ma mi chiedo se questa decisione sia corretta.
Dal 23 dicembre ad oggi la scuola è stata completamente assente: non una telefonata, non una mail, nessun contatto, di nessun tipo.
Sabato 29 giugno ho telefonato alla segreteria della scuola e solo dietro mia insistenza sono stata contattata dal Vicario dell’istituto che a sua volta mi ha riferito che nei giorni a seguire avrei ricevuto una telefonata da parte della dirigente scolastica la quale fino ad oggi ha dimostrato totale indifferenza, oltre ad un silenzio assordante.
Non è la perdita dell’anno scolastico ad aggiungere dolore su dolore - sebbene alcune recenti sentenze dei tribunali abbiano previsto importanti deroghe per i bambini delle scuole primarie affetti da problemi di salute - ma la totale indifferenza dell’istituzione scolastica. Si parla tanto di rapporto scuola-famiglia, ma dov’era la scuola in un momento della vita di Antonio così drammatico e infinitamente grande?
Le sarei sinceramente grata se potesse darmi riscontro sulla legittimità della decisione della scuola circa la decisione di far ripetere l’anno a mio figlio. Per tutto il resto resta l’amarezza e la disperazione di una mamma.
Cordialmente”.