Avellino

di Paola Iandolo 

Dopo l'ex sindaco Gianluca Festa, ha rinunciato all'interrogatorio di garanzia anche l'architetto Guerriero anche lui agli arresti domiciliari. Dunque non è comparso neanche Guerriero - difeso dagli avvocati Marino Capone e Nicola Quatrano - davanti al gip Giulio Argenio. I due hanno scelto la stessa strategia dinfensiva. I due  -  per la seconda misura cautelare degli arresti domiciliari - sono accusati dicorruzione per l’esercizio della funzione e corruzione in concorso. Reati contestati dalla procura della Repubblica di Avellino anche ai quattro imprenditori raggiunti dalla misura cautelare del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione M.C. di Sturno, F.A.C di Guardia dei Lombardi, E.P. di Avellino residente a San Martino Valle Caudina ed E. L. di San Martino Valle Caudina, residente a Benevento. Loro dovranno comparire davanti al gip domani mattina a partire dalle ore 10 fino alle 12.  Ricordiamo che Festa per la prima misura cautelare scattata il 18 aprile scorso scelse di rispondere alle domande del gip, mentre Guerriero scelse di rinunciare. 

Il passaggio di denaro

Per gli inquirenti di Piazzale De Marsico sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico di Festa e Guerriero e gli imprenditori raggiunti dalla misura interdittiva. In particolare, nel contesto delle trattative portate avanti da Guerriero per conto di Festa, ha ricevuto dall'imprenditore E.P. la dazione di 10mila euro corredata all'affidamento dei lavori di sistemazione del Torrente Fenestrelle. 

La posizione di Fabio Guerriero

Ad avviso degli inquirenti seppur formalmente estraneo all'Amministrazione comunale ha dimostrato "una non comune capacità di inserirsi nelle scelte amministrative piegando al proprio volere l'attività di gestione della cosa pubblica (come nel caso del concorso per funzionaria tecnica). Inoltre, ad avviso della pubblica accusa ha avuto "un ruolo fondamentale  nell'ambito del consolidato patto corruttivo messo in piedi da Festa, fornendo il proprio imprescindibile contributo in occasione di numerose vicende corruttive". Ed ancora Guerriero è visto come una sorte di "plenipotenziario delegato dal sindaco a concordare con gli imprenditori importi e modalità delle dazioni corruttive che aveva anche un certo margine di autonomia e discrezionalità in questo ambito”.