Benevento

Negli obitori, purtroppo, non si va mai in ferie, ed i posti sono quasi sempre occupati. Se la memoria non mi inganna, erano anni che quello del San Pio non era così tragicamente affollato. Ci sono i corpi senza vita di sei ragazzi che attendono gli esami medico-legali prima di essere consegnati all'ultimo, disperato abbraccio dei loro genitori, dei loro cari. I più giovani avrebbero compiuto 17 anni tra qualche settimana, i più 'vecchi' ne avevano 21.

Sono le vittime dei due incidenti che nelle ultime quarantotto ore hanno scosso le province di Benevento ed Avellino, accomunandole nel dolore. Scontro tra scooter a Montesarchio, tra auto al Passo di Mirabella, l'asfalto bagnato dal sangue e dalle lacrime, la notte illuminata dalle luci delle ambulanze, dal suono delle loro sirene che, solo a sentirlo, mette paura.

Tragedie che hanno pesantemente turbato l'opinione pubblica, succede quando ad andarsene per sempre sono esistenze che avrebbero avuto diritto ad un futuro. E' impossibile accettare che il destino possa travolgere dei ragazzi, che i loro sogni e le loro speranze possano essere azzerati in un attimo. Siamo convinti che la vita sia un percorso che termina con la morte che arriva inevitabilmente quando i capelli sono diventati bianchi e la carta d'identità restituisce il tempo che è trascorso.

Non è così, purtroppo, ma vogliamo credere che sia così. Facciamo finta di non sapere che la vita, proprio perchè tale, può interrompersi in ogni momento per una malattia o un incidente, e che a cadere sotto i loro colpi possono essere anche coloro che quel percorso l'hanno appena cominciato. Certo che non è giusto, non può esserlo mai. E allora, che fare di fronte a simili drammi? Beati quanti trovano nella fede una risposta, agli altri resta solo la rassegnazione.