Solofra

di Paola Iandolo 

I giudici della Decima Sezione Tribunale del Riesame di Napoli hanno annullato parzialmente l’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Avellino nei confronti dell’avvocato F.F., finito agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Avellino e dei militari del Nucleo Pef della Guardia di Finanza su una presunta truffa sui crediti del Bonus Facciate. I giudici del Tribunale della Libertà hanno annullato due imputazioni: truffa e autoriciclaggio. Confermato l’accusa di riciclaggio contestata dalle indagini e alla base delle accuse contenute nella misura cautelare.

L'interrogatorio di garanzia 

Durante l'interrogatoriodi garanzia l'avvocasto F.F. ha risposto a tutte le domande del magistrato. Lunedì scorso per circa un’ora e mezza  ha fornito dei chiarimenti respingendo le accuse, in particolare quella per cui si trova agli arresti domiciliari: essere amministratore di fatto di una società coinvolta in una truffa sui Bonus Facciata a Solofra davanti al Gip del Tribunale di Avellino, Francesca Spella. All’interrogatorio di garanzia era presente anche il pm che ha condotto le indagini dei militari del Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Avellino, il sostituto procuratore Vincenzo Russo. Al termine dell’interrogatorio, la difesa - rappresentata dall'avvocato Raffaele Tecce - in quella sede non ha formalizzato istanze, in attesa del riesame.

L'esecuzione dell'ordinanza cautelare degli arresti domiciliari

La misura nei confronti di F.F. è scattata al termine di un'articolata attività d'indagine delegata e coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino - lo scorso 2 luglio- hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell'avvocato del Foro di Avellino, indagato per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, impiego di denaro di provenienza illecita, riciclaggio e autoriciclaggio di ingenti crediti di imposta, illecitamente acquisiti per inesistenti lavori edili relativi al cosiddetto Bonus Facciata. Nella stessa indagine risultano coinvolte altre nove persone, indagate per il riciclaggio dei proventi illeciti ottenuti.