Avellino

Abbiamo pubblicato ieri per intero l'intervento di Laura Nargi neo sindaco di Avellino, che annuncia di voler troncare ogni rapporto con il passato e assicura di essere totalmente estranea all'inchiesta Dolce Vita. Rispetto alla vicenda giudiziaria saranno gli organi competenti, in primis il Procuratore Airoma e il pm Toscano, a dover dimostrare il contrario. Era nostro dovere professionale riferire in maniera completa la sua posizione. L'abbiamo fatto.

La Nargi ha ragione quando dice che si è colpevoli solo quando c'è una sentenza passata in giudicato. E' un principio basilare della nostra democrazia e del nostro sistema giudiziario.

Ma con tutta la buona volontà, di fronte alle notizie che emergono dall'inchiesta non possiamo che manifestare il nostro sconcerto. Finora si era parlato di concorsi truccati, di soldi elargiti da imprenditori amici per Eurochocolate e per la Delfes basket. Ma ora c'è qualcosa di diverso che getta fango e vergogna sull'amministrazione di Piazza del Popolo e che conferma un modo di gestire la cosa pubblica nell'esclusivo interesse personale a danno di cittadini e imprenditori di Avellino.

E' giusto chiedersi allora lei, cara Nargi, dov'era quando Gianluca Festa nelle telefonate con il fido Guerriero parlava di mazzette e di dover "apparare" le situazioni familiari. E dov'era soprattutto l'assessore ai lavori pubblici: ad ogni stato di avanzamento l'ineffabile ex sindaco chiedeva il suo tornaconto. E l'assessore? Bah. Allora certo non è giusto scaricare tutta la croce sulla Nargi.

Ma ora come questa amministrazione può dimostrare di seguire un'altra strada dopo che siamo andati a festeggiare sotto casa di Festa, abbiamo abbracciato i familiari dell'ex sindaco che hanno contribuito in maniera decisiva al successo elettorale? C'è da essere almeno imbarazzati rispetto ad uno scenario inquietante emerso dopo la rivelazione delle elargizioni di denaro da parte degli imprenditori all'ex sindaco in un piano che sembra diabolico e criminale.

Era un uomo solo al comando Festa? E gli assessori, i dirigenti comunali, gli ex consiglieri amici, che ruolo hanno avuto? Se persino il commissario prefettizio D'Attilio dice: in comune non c'era nessun rispetto delle regole, cos'è diventato il Municipio?

In molti dovrebbero farsi almeno un esame di coscienza...