Benevento

Fissato dal gip Pietro Vinetti, su richiesta del pm Olimpia Anzalone, il giudizio immediato a carico di Giovanni Colarusso (avvocati Luigi e Nicola Marino), 74 anni, di Mirabella Eclano, un ex dipendente di banca che alla fine di maggio era finito agli arresti domiciliari per truffa aggravata e continuata ed esercizio abusivo esercizio di attività finanziaria. Se non ci sarà il ricorso a riti alternativi, inizierà l'11 ottobre il processo nato da una indagine della guardia di finanza puntata su ciò che Colarusso avrebbe combinato.

L'ipotesi accusatoria sostiene che, approfittando del proprio passato professionale e  con la promessa di investimenti e guadagni, fingendosi promotore finanziario, per anni avrebbe convinto più persone a farsi consegnare i propri risparmi, oltre 1 milione di euro, senza più restituirli.

Secondo gli inquirenti, il modus operandi era standardizzato: dopo averne carpito la fiducia, ottenuta la cifra da investire, avrebbe consegnato documentazione su carta intestata apparentemente riconducibile all’istituto di credito abusivamente coinvolto nell’affare; la vittima, confidando nel rapporto di amicizia e parentela e rassicurata dalla documentazione cartacea ricevuta, non avrebbe avuto dubbi fino a quando si presentava la esigenza di liquidità e veniva avanzata la richiesta di disinvestimento; a quel punto Colarusso avrebbe temporeggiato e accampato scuse, suggerendo ai malcapitati di evitare denunce altrimenti i tempi si sarebbero ulteriormente dilatati.

Undici le parti offese, assistite dagli avvocati Cinzia Capone e Antonio Leone.