Benevento

Lo stralcio, per un difetto di notifica, della posizione di Maria Denisa Bindileu, 22 anni, di San Nazzaro, accusata di calunnia – sarà vagliata il 14 ottobre -, e la discussione per quella di Marco Chiariello, 25 anni, di Benevento, imputato di lesioni personali, con l’aggravante di aver commesso il fatto per finalità di discriminazione ed odio razziale, e calunnia in concorso con la giovane – sono entrambi difesi dall'avvocato Massimiliano Cornacchione, oggi sostituito dalla collega Lucia Catalano.

Poco fa (ggiornamento ore 16.46) la pronuncia del gup Roberto Nuzzo, che ha spedito a processo Chiariello, il 23 ottobre, nell'indagine del pm Giulio Barbato e dei carabinieri sull'episodio accaduto in piazza Piano Piano di Corte nella notte tra il 12 ed il 13 maggio 2023, del quale avevano fatto le spese quattro studenti cinesi del Conservatorio.

Si tratta di una storia per la quale, a gennaio, il 25enne era finito agli arresti domiciliari, poi, dopo l'interrogatorio di garanzia, era stato sottoposto all'obbligo di dimora in una comunità in provincia di Caserta: una 'misura' superata dalla detenzione domiciliare per una condanna, definitiva, per una tentata rapina.

Secondo gli inquirenti, i quattro stranieri – due di loro si sono costituiti parte civile con l'avvocato Domenico Zampelli (è il legale dell'associazione che raccoglie gli studenti cinesi)- erano rimasti vittime di un’aggressione, sia fisica che verbale, da parte di un giovane che avrebbe pronunciato diverse espressioni discriminatore a sfondo razziale nei loro confronti. I quattro erano stati trasportati al Fatebenefratelli e giudicati guaribili in pochi giorni, immediate le prese di posizione e gli attestati di solidarietà nei confronti della comunità cinese, una rappresentanza della quale era stata ricevuta dal sindaco Mastella.

A Chiariello i militari erano attraverso l’analisi delle telecamere della zona, dei video registrati dalle vittime e l’escussione dei testimoni, compresi gli abitanti della zona. Un lavoro che aveva consentito di identificare il 25enne che, dopo l'aggressione, si era allontanato in auto con la ragazza prima dell'arrivo delle forze dell'ordine.

Quando all'epoca la notizia si era diffusa, Chiariello e Bindileu avevano a loro volta presentato una denuncia, offrendo la loro versione e, escludendo qualsiasi implicazione razzista. Secondo loro, tutto sarebbe iniziato quando una ragazza di origini orientali avrebbe tirato i capelli all'allora 21enne senza alcuna motivazione se non quella, a loro dire, di una presunta condizione di ubriachezza. Il 24enne sarebbe intervenuto, a quel punto tre ragazzi, connazionali della giovane, e anche loro descritti in preda ai fumi dell'alcol, si sarebbero scagliati contro di lui, colpendolo e rompendogli gli occhiali.

Lo 'scontro' si sarebbe concluso quando uno dei tre, secondo il 24enne e la 21enne, avrebbe pronunciato in italiano la frase “siamo ubriachi, smettiamola qui”. I due erano tornati a casa, poi lunedì, dopo aver saputo dai giornali il putiferio che si era scatenato, avevano fatto ricorso alle cure dei medici per le ferite subite, e successivamente avevano deciso di sporgere denuncia. Una ricostruzione costata ad entrambi l'addebito di calunnia.