Il Ministro Nordio e il sottosegretario Del Mastro devono dimettersi Con l’incendio appiccato la notte scorsa nell’Istituto per minori Beccaria a Milano si è sfiorata la tragedia. Solo grazie all’ intervento dei vigili del fuoco si è riusciti a domare le fiamme all’ interno dell’istituto. Sono intervenute due autoambulanze che hanno portato due colleghi in codice verde.
A comunicarlo è Aldo di Giacomo segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria, secondo il quale vi è una unica strategia dietro i tre incendi in 12 ore in tre diversi istituti minorili (Roma, Nisida e Milano).
A Casal del Marmo (Roma) la scintilla di una situazione incandescente è stata una rissa, scatenata da un giovane detenuto che ha dato in escandescenze. A fatica gli agenti della penitenziaria sono riusciti a riportare l'ordine. Attimi convulsi nel corso dei quali è stato chiesto l'ausilio della polizia di Stato che però, pur raggiungendo il carcere, non è intervenuta, restando all'esterno pronta a supportare. Ci aspettiamo nuove manifestazioni di protesta negli istituti per minori – dice Di Giacomo – È questo il secondo fronte esplosivo del sistema penitenziario. Lo Stato ha abbandonato anche gli istituti per minori in balia dei rivoltosi. Questi sono tra l’altro i risultati del decreto Caivano con il quale siamo al massimo di detenuti minori degli ultimi anni, ben 558.
Di Giacomo, che per due giorni ha protestato in catene davanti gli uffici del Ministro Nordio, annuncia altre iniziative di protesta e ribadisce la richiesta di dimissioni del Ministro Nordio e del sottosegretario Del Mastro.
“Non possiamo ulteriormente tollerare – aggiunge – che i massimi responsabili politici dell’Amministrazione Penitenziaria, come se nulla di così grave stia accadendo, restino al loro posto spacciando il “decretino carcere tutto come prima” per la soluzione dell’emergenza carcere che ha raggiunto livelli mai registrati prima e che fa somigliare le nostre alle carceri sudamericane. Come non è più sopportabile che il sottosegretario Del Mastro, in giro per gli istituti in occasione delle nuove assunzioni del tutto inadeguate a fronteggiare la carenza di organico, continui ad elogiare il lavoro del personale salvo a lavarsi le mani rispetto a condizioni di lavoro che sono le stesse dei lavoratori extracomunitari questa estate nei campi.
Con l’aggravante, oltre a sei suicidi di colleghi dall’inizio dell’anno e 54 detenuti, che alle 12 ore di lavoro di media, alla rinuncia delle ferie - dice Di Giacomo - bisogna aggiungere i 2mila agenti aggrediti e costretti alle cure dei sanitari dall’inizio dell’anno.
Avevamo ampiamente previsto che sarebbe stata un’estate caldissima e siamo solo all’inizio. Ripetiamo: non siamo pronti a fronteggiare l’estate e siamo stanchi – conclude – di pagare il pezzo più alto con il rischio di incolumità personale per responsabilità politiche”.