Avellino

A pochi giorni dall'insediamento del nuovo sindaco di Avellino Laura Nargi, ci si interroga nel campo largo sui fattori che hanno determinato la sconfitta.

Per Carlo Sibilia, ex sottosegretario al Ministero dell'Interno, e tra i fondatori del Movimento Cinque Stelle, non ci sono dubbi: "Sono mancati i voti del Movimento. Ma è paradossale che i dirigenti locali non abbiano sentito la necessità di fare autocritica".

Sibilia ha raccontato la "sua" verità nel corso dell'intervista speciale resa al direttore di Otto Channel, Pierluigi Melillo, nel corso della rubrica "Punto di vista" (clicca qui per rivedere l'intervista).

"Ad Avellino abbiamo avuto il dato più basso di affluenza nella storia della città per l'imbarazzo dei citttadini su progetti che hanno difetti di credibilità", dice Sibilia che aggiunge: "Toccherà ora all'amministrazione dimostrare le sue aderenze alla legalità. Certo, l'amministrazione uscente non è stata solo l'inchiesta "Dolce vita" ma certe scene viste con il saluto dopo il voto all'ex sindaco sono da condannare e da queste cose bisogna uscire".

Deluso dai voti raccolti dal M5S? "Dai numeri – argomenta Sibilia - si capisce che il Pd regge, perde i ballottaggi ma se c'era una forza che doveva fare la differenza era il M5S. Siamo passati come consensi dal 12 per cento del 2019 al 5 per cento ad Avellino: in qualsiasi altro partito i dirigenti sarebbe stati messi in discussione. Invece qui si fa finta di niente. Tradita anche la strategia di Conte: il M5S nella formazione delle liste ad Avellino ha fatto da cane da riporto del Pd. Quello scarto di voti che ha fatto perdere Gengaro va inquadrato all'interno di queste difficoltà dei Cinque Stelle".