La Gran Bretagna vota oggi dopo una campagna che ha presentato gli stessi ingredienti di altre elezioni in Europa e nelle Americhe: elettori frustrati e desiderosi di rifiutare lo status quo, un governo profondamente screditato e un pizzico di populismo.
Ma è probabile che la Gran Bretagna emerga dalle elezioni come un’anomalia. Mentre negli altri paesi gli elettori si stanno spostando a destra, ci si aspetta che gli elettori britannici sfrattino il governo guidato dai conservatori dopo 14 anni, a favore del partito laburista di centrosinistra, in netto vantaggio mentre tutti gli altri arrancano.
I conservatori, o conservatori, hanno presieduto un’era tumultuosa iniziata con David Cameron nel 2010. Comprendeva duri tagli di bilancio dopo la crisi finanziaria del 2008; il voto sulla Brexit del 2016; la pandemia di Covid; e una porta girevole di primi ministri. Per molti sembra un circo che ora deve lasciare la città.
Al di là del costante dramma, i politici laburisti accusano i conservatori di aver distrutto la Gran Bretagna, affamando anche il suo venerato Servizio Sanitario Nazionale. Altri esperti sottolineano che l’uscita della Gran Bretagna dall’UE ha rallentato il commercio e ostacolato la crescita economica.
Eppure le priorità del Labour non sembrano poi così diverse da quelle dell’attuale governo, il che non è un caso. I laburisti rifiutano i conservatori meno per la sostanza delle loro politiche che per la loro sfortunata governance. Spera di conquistare i tanti elettori che sono stufi del governo conservatore senza spaventare quelli che diffidavano della sinistra che si occupa di tasse e spesa.
I sondaggi suggeriscono che il piano sta funzionando. I laburisti hanno guidato i conservatori a doppia cifra nei sondaggi per più di 18 mesi. L’attuale leader laburista, Keir Starmer, si è posizionato come un plausibile sostituto di Sunak – un agente di cambiamento ma difficilmente un rivoluzionario di sinistra.