La memoria di Esther Johnson è un permanente laboratorio sul nostro territorio sannita.
Dove s’incontrano arte, associazionismo, educazione, scuola ed impegno civico. Grazie a questa meravigliosa miscela di passione ed impegno, Libera Campania ha proposto l’intitolazione di un bene confiscato proprio ad Esther Johnson nella città di Napoli.
Il bene confiscato, posto in via Ugo De Fazio, è stato dato in gestione dal Comune di Napoli alla cooperativa “Less” che da circa trent'anni si occupa di accoglienza di migranti nella città ed in Campania.
Già in passato tale cooperativa ha sviluppato un progetto di "welfare generativo" basato sulla promozione di una cooperativa di migranti di nome “Tobilí” che si occupa di ristorazione e catering sociale.
Il bene confiscato che, come detto, sarà dedicato alla memoria di Esther Johnson, consiste in una villa: ai piani superiori ospiterà donne vittime di tratta mentre nel corpo centrale un laboratorio di pasticceria collegato alle attività già in essere di “Tobilì” in ambito ristorazione.
Al piano inferiore, invece, troverà spazio una lavanderia industriale per rendere maggiormente sostenibile il bene confiscato e le attività delle donne accolte.
Ancora una volta vogliamo sottolineare l’importanza della rigenerazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata come occasione da cogliere ed opportunità da costruire insieme.
Quanto avvenuto a Napoli ed in tante altre realtà, come ad esempio Casal di Principe, è la tangibile testimonianza che, in presenza di entusiasmo amministrativo ed attenzione politica, è possibile creare le condizioni per la realizzazione di importanti progetti.
Ma è altrettanto significativo stigmatizzare la forza dirompente della memoria, capace di smuovere le coscienze, innescare meccanismi di partecipazione e creare percorsi educativi e civici.
Il prossimo 3 Luglio, quando avrò luogo l'inaugurazione del bene confiscato dedicato alla memoria di Ester Johnson, sarà davvero una bellissima giornata: grazie all’impegno di tanti sul nostro territorio e soprattutto in modo unitario e plurale, continueremo ad alimentare la memoria di Esther perché non riceva l’ingiustizia dell’indifferenza.
Ma restiamo anche fortemente fiduciosi che un giorno Esther riceverà giustizia anche nelle aule dei tribunali.