Napoli

 Umberto Reazione, il detenuto 36enne, originario del Napoletano, evaso sabato scorso dal carcere di Livorno e poi arrestato ieri su un treno nei pressi della stazione di Roma Tiburtina, è stato "individuato" nella sua fuga nella città toscana grazie alle telecamere private e pubbliche cittadine. Lo rende noto la Polizia di Stato che insieme alla Polizia penitenziaria è riuscita a rintracciare reazione. In particolare, sono stati acquisiti molteplici video e visionate ore di filmati grazie ai quali, spiega una nota, "Reazione veniva 'individuato' dapprima nei pressi del lungomare" di Livorno "ove, a bordo di un autobus di linea, si portava nei pressi della stazione ferroviaria di Livorno, giungendovi intorno alle ore 10.30" di ieri. "L'attività di monitoraggio e pedinamento, finalizzata anche a verificare eventuali complicità esterne, si prolungava finché, alle ore 16.45 circa, all'altezza della stazione di Roma Tiburtina, prima che il treno raggiungesse il capolinea, dove l'evaso avrebbe potuto rendere più complesse le operazioni di cattura, i poliziotti del compartimento Polfer di Roma, previamente allertati, intervenivano solertemente con un imponente dispositivo traendolo in arresto in condizioni di massima sicurezza e senza creare panico o turbative al passeggeri, anche grazie alla presenza, sul posto, di personale del Nucleo investigativo centrale di Polizia penitenziaria e della Squadra mobile di Roma". "L'attività di polizia giudiziaria finalizzata a riscontare anche ipotesi di 'favoreggiamento' dell'evaso, è ancora in corso". Reazione era detenuta nel carcere di Livorno dal settembre 2023 "per gravi reati - si spiega - connessi alla criminalità organizzata di matrice camorristica e con fine pena prevista per il 2034". Sabato è evaso nel pomeriggio "eludendo la vigilanza, guadagnando la fuga con un rocambolesco salto dalla recinzione perimetrale, alta svariati metri". "Venivano avviate le attività di ricerca sul territorio, che tuttavia in prima battuta non fornivano riscontri positivi". La Procura di Livorno "delegava le prime indagini agli uffici investigativi della Polizia penitenziaria e della Polizia di Stato, individuati nel Nucleo investigativo regionale di Polizia penitenziaria di Firenze e nella Squadra mobile di Livorno, che, subito, coinvolgeva nelle indagini la sezione investigativa di Firenze del Servizio centrale operativo.Importanti contributi informativi sono stati forniti dal personale del reparto di Polizia penitenziaria" del carcere di Livorno e dal Nucleo investigativo regionale di Polizia penitenziaria e dalla Sisco di Napoli, uffici che hanno contribuito a ricostruire il contesto delinquenziale di riferimento". Allertati anche "tutti gli uffici di polizia sul territorio nazionale, nonché sviluppato le possibili piste investigative, anche con l'intervento di personale specializzato del Servizio centrale operativo"