Gesù "non ci risparmia le contrarietà ma, senza mai abbandonarci, ci aiuta ad affrontarle". Lo ha detto il PAPA prima dell'Angelus affacciandosi alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano. "Oggi il Vangelo ci presenta Gesù sulla barca con i discepoli, nel lago di Tiberiade. Arriva all'improvviso una forte tempesta e la barca rischia di affondare. Gesù, che stava dormendo, si sveglia, minaccia il vento e tutto ritorna alla calma. La sera prima, era stato Gesù stesso a dire ai discepoli di salire in barca e attraversare il lago - ha detto il PAPA - Loro erano esperti, erano pescatori, e quello era il loro ambiente di vita ma una tempesta poteva metterli in difficoltà; Sembra che Gesù voglia metterli alla prova. Comunque, non li lascia soli, sta con loro sulla barca, tranquillo, anzi, addirittura dorme e quando si scatena la bufera, con la sua presenza li rassicura, li incoraggia, li incita ad avere più fede e li accompagna oltre il pericolo. Perché si comporta così? Per rafforzare la fede dei discepoli e renderli più coraggiosi». "Essi infatti, escono da questa esperienza più consapevoli della potenza di Gesù e della sua presenza in mezzo a loro, e dunque più forti e più pronti ad affrontare altri ostacoli e difficoltà, compresa la paura di avventurarsi ad annunciare il Vangelo - sottolinea il PAPA - Superata con Lui questa prova, sapranno affrontarne tante altre, fino alla croce e al martirio, per portare il Vangelo a tutte le genti". "E anche con noi Gesù fa lo stesso, in particolare nell'Eucaristia: ci conversazione attorno a sé, ci dona la sua Parola, ci nutre con il suo Corpo e il suo Sangue, e poi ci invita a prendere il largo, per trasmettere a tutti quello che abbiamo sentito e condividere con tutti quello che abbiamo ricevuto, nella vita di ogni giorno, anche quando è difficile - prosegue - Non ci risparmia le contrarietà ma, senza mai abbandonarci, ci aiuta ad affrontarle".