"Il ddl Calderoli che spacca l'Italia non rispetta molti articoli della Costituzione. E anziché attuare tutto il Titolo V attua solo il comma 3 dell'articolo 116: l'ossessione leghista per il portafogli! Alla Lega interessavano solo soldi e stendardo, tant'è che hanno umiliato il Parlamento sventolando le bandiere delle singole regioni al posto del tricolore. Per noi la stella polare sono le parole di Mattarella: l'autonomia rafforza l'unità nazionale quando attua il principio di sussidiarietà. È un'altra cosa! Coesione nazionale e decentramento di funzioni amministrative ai livelli più vicini ai cittadini: i comuni. La verità è che questa riforma rinnega la sussidiarietà. Sa perché Calderoli prima di portare la riforma in CdM non è passato dalla Conferenze unificate con gli enti locali? Perché sapeva che le regioni si sarebbero divise".
Così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia in una intervista al Corriere della Sera.
"Noi con il governo giallorosso nel 2020 - continua Boccia - portammo l'impianto prima nelle due conferenze ottenendo un via libera unanime perché garantivamo proprio quella sussidiarietà. Agli enti locali e alle regioni. E poi definizione e finanziamento preventivo dei Lep. I livelli essenziali delle prestazioni sono in Costituzione e vanno rispettati e finanziati. La destra invece dice che la riforma è a costo zero, specificando che è a 'invarianza di spesa', ma è una bugia. Noi garantivamo la perequazione preventiva, per la quale avevo fatto inserire nella manovra del 2020, un fondo iniziale di 4,6 mld (cancellato dal Governo Meloni) per le infrastrutture con l'obiettivo di arrivare a 50 mld in dieci anni. Ed erano risorse solo per la perequazione infrastrutturale per Sud, aree interne e montagna".
"Hanno fatto il baratto sulla pelle del Paese e della Costituzione, e ora la destra al sud si divide e alcuni loro presidenti di regione come Occhiuto e Bardi, anche se in grave ritardo, esprimono critiche alla riforma. Se vogliono essere davvero credibili si schierino con le regioni di centrosinistra e facciano esprimere i loro consigli regionali a favore del referendum. Quando discutevamo in Parlamento dove erano gli eletti al Sud di Forza Italia, Fdi e Lega? Obbedivano a Calderoli e ai diktat della Lega". "Ora mi auguro - conclude l'esponente del Pd - che la patriota Meloni si opponga allo spezzatino che chiederà la Lega e dica già oggi che lei non firmerà nessuna preintesa nemmeno sulle materie non Lep fino a quando non sarà chiaro qual è il costo dell'autonomia e dove si prendono le risorse. Dai nostri calcoli ci vogliono dagli 80 ai 100 miliardi. Ci dica Giorgetti dove sono. Nel frattempo noi abbiamo iniziato da subito, con le opposizioni riunite in un vero fronte costituzionale, a raccordarci per valutare ogni forma di lotta fino al referendum".