Avellino

Dagli ultimi riscontri si evince una presenza massiccia di episodi di collusione negli apparati politico-amministrativi, come dimostra la lunga serie di consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose. Una evidenza che, ovviamente, riguarda pesantemente l'Irpinia, con lo scioglimento per mafia dei comuni di Monteforte e Quindici. Per quanto concerne la provincia di Avellino, però, non si registrano significativi mutamenti rispetto al semestre precedente. Il panorama criminale irpino si caratterizza per le relazioni esistenti tra le organizzazioni locali e i sodalizi camorristici delle province limitrofe. Le aree a maggior presenza criminale restano la città di Avellino, il Vallo di Lauro, al confine con Nola (NA), e la Valle Caudina a ridosso della provincia di Benevento.

Con riferimento alla città di Avellino, in particolare, permarrebbe attivo il clan NUOVO PARTENIO, nato dalle ceneri del clan GENOVESE, già colpito da numerose operazioni che ne hanno significativamente ridimensionato l’assetto. Più di recente, agli inizi di luglio 2023, la DIA di Napoli ha eseguito un provvedimento di sequestro a carico di un’imprenditrice immobiliare e del fratello, entrambi ritenuti “vicini” al sodalizio NUOVO PARTENIO. Il provvedimento scaturisce dalla proposta di misura di prevenzione avanzata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e dal Direttore della DIA all’esito di complessi accertamenti, dai quali è emersa una complessa rete di relazioni con personaggi di alto profilo criminale che avrebbe favorito l’ascesa economico-imprenditoriale e delinquenziale dei due proposti. Questi ultimi, dal 2016, avrebbero gestito il lucroso settore delle aste immobiliari “pilotandole” verso gli interessi del clan. Il provvedimento ablativo ha interessato società, rapporti finanziari, beni mobili e immobili, del valore di circa 10 milioni di euro.

Vallo di Lauro

Nel Vallo di Lauro risulterebbero storicamente operativi i due clan antagonisti CAVA e GRAZIANO, entrambi originari di Quindici (AV) e protagonisti in passato di sanguinosi scontri, i cui rispettivi capi storici risultano recentemente deceduti per cause naturali. In questo contesto le attività investigative più recenti mostrerebbero che le manifestazioni criminali più violente sarebbero state superate da strategie di affermazione e di profitto più silenti. In particolare, nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Carabinieri il 26 aprile 2023 a carico di due esponenti del clan CAVA, accusati di concorso in estorsione aggravata dalle modalità e finalità mafiose, il GIP ha ritenuto sussistente la c.d. estorsione ambientale che integra la circostanza aggravante del metodo mafioso in assenza del ricorso a specifici comportamenti violenti. I due avrebbero offerto la loro protezione a un imprenditore edile (che aveva subito l’incendio di un escavatore) in cambio del pagamento di una somma di denaro per continuare a svolgere la sua attività, evocando, dunque, il potere di intimidazione derivante dall’appartenenza al clan CAVA, senza il ricorso a metodi violenti, dimostrando il perdurare dell’assoggettamento omertoso del territorio.

San Martino Valle Caudina è il Comune di origine del clan PAGNOZZI, rappresentato da taluni esponenti ancora liberi e altri numerosi affiliati, con interessi illeciti che riguarderebbero i settori delle estorsioni, degli stupefacenti e dei giochi e scommesse, quest’ultimo mediante la distribuzione delle slot machines nei bar, nelle sale giochi e nelle ricevitorie, e che si estendono alla provincia di Benevento e nel Lazio. L’attuale operatività del clan emergerebbe da talune recenti attività di contrasto che lo hanno interessato nell’ambito della provincia di Benevento a cui si rinvia per ulteriori approfondimenti.Il clan, originario del Comune irpino di San Martino Valle Caudina (AV), ha da sempre esteso la propria influenza criminale nei viciniori Comuni beneventani di Montesarchio, S. Agata dei Goti, Airola ed aree limitrofe ove esercita il controllo delle estorsioni in danno di commercianti e imprenditori locali, del traffico e spaccio di stupefacenti, oltre a riciclare e impiegare i proventi illeciti di tali attività.