Benevento

La condanna ad 8 mesi, con rito abbreviato, dopo aver qualificato in una forma più lieve l'accusa di falso, del sindaco di Vitulano, Raffaele Scariznzi, il rinvio a giudizio di 26 imputati (un 27esimo ha chiesto di patteggiare).

Sono le richieste del pm Maria Colucci nell'udienza preliminare a carico delle ventotto persone (e della Gesesa) – la posizione di altre due è già stata stralciata e trasmessa alla Procura - coinvolte nei due tronconi dell'inchiesta dei carabinieri del Noe sull'inquinamento dei fiumi e sull'affidamento alla Gesesa, da parte del Comune di Benevento, della gestione del Servizio idrico integrato.

Del tutto opposte, ovviamente, le conclusioni dell'avvocato Dario Vannetiello, che solleciterà l'assoluzione di Scarinzi, chiamato in causa, con un tecnico comunale ed un funzionario della Gesesa, perchè nel marzo 2019 avrebbe firmato un'autorizzazione provvisoria allo scarico dell'impianto di depurazione retrodata al 25 gennaio 2019, evitando alle Gesesa una sanzione amministrativa perchè l'autorizzazione era già scaduta. Un addebito che Scarinzi ha sempre respinto, anche nel precedente appuntamento in aula, quando era stato interrogato.

A seguire, il via alle arringhe difensive, che si concluderanno il 22 luglio, quando il gup Roberto Nuzzo si pronuncerà su Scarinzi, sul patteggiamento a 2 anni di Francesco De Laurentiis (avvocati Angelo Leone e Andrea De Sanctis), di Benevento, funzionario della Gesesa, e sugli altri imputati.

Parti civili i Comuni di Ponte e Moiano, con gli avvocati Vincenzo Sguera e Nunzia Meccariello, e l'associazione Codici - livello nazionale e campano-, con gli avvocati Ivano Giacomelli e Giuseppe Ambrosio.

La richiesta di processo per il primo troncone riguarda Giorgia Dora Amato, di Benevento, Domenico Bernando, di Sant'Agata dei Goti, Rosanna Cocozza, di Benevento, Gelsomino De Angelis, di Ponte, Francesco De Laurentiis, di Benevento, Antonio Di Rubbo, di Benevento, Vincenzo Maria Falcione, della provincia di Isernia, Piero Ferrari, di Roma, Carlo Alberto Iannace, di San Leucio del Sannio, Mario Lepore, di Benevento, Gianluca Luciani, di Pietrelcina, Claudio Maraschiello, di Benevento, Antonio Mazza, di Benevento, Michele Mazzarelli,di Faicchio, Giuseppe Melillo, di Vitulano, Massimo Messere, di Paduli, Antonio Pisanti, di Maddaloni, Anna Pontillo, di Calitri, Piero Porcaro, di Ceppaloni, Giovanni Rossi, di Venafro, Giovanni Ruggieri, di Castelvenere, Giovanni Tretola, di Sant'Angelo a Cupolo, difesi dagli avvocati Andrea De Sanctis, Raffaele Tecce, Vincenzo Regardi, Emanuela Serrato, Alfredo Scialò, Umberto Del Basso De Caro, Fabio D'Alessio, Beatrice Ucci, Umberto De Falco, Federica Ventorino, Viviana Olivieri, Angelo Leone, Luigi Romano, Ettore Marcarelli, Roberto Pulcino, Fabio Russo, Daniele Bonavita, Antonio Nobile, Salvatore Rubinetti, Antonio Lonardo, Grazia Luongo, Bruno Botti, Maria Carla Pagnotta e Riccardo Olivo (per Gesesa).

Le accuse contestate a vario titolo: inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata, gestione illecita di rifiuti, scarichi di acque reflue senza autorizzazione, abuso d’ufficio e falsità ideologico. Attenzione puntata sulla gestione operativa degli impianti da parte delle Gesesa, sugli esami effettuati sui campioni delle acque di scarico, ritenuti solo “documentalmente conformi” ai parametri di legge”. Una situazione che avrebbe provocato il peggioramento dello stato di salute dei corsi d'acqua.

Due i nomi che compaiono anche nel secondo filone: Piero Ferrari (avvocati Marcello D'Auria e Andrea De Sanctis), fino al gennaio 2019 amministratore delegato di Gesesa, e Giovanni Tretola (avvocato Vincenzo Regardi), capo tecnico della Gesesa. A loro si aggiungono Oreste Montano (avvocato Marcello D'Auria), ingegnere, Giovanni Colucci (avvocati Giovanbattista Colucci e Raffaele Tecce), commissario straordinario dell'Ato Calore-Irpino e dall'ottobre del 2018 commissario liquidatore dello stesso, Giovanni Moriello, geologo, Giovanni Quarantiello (avvocato Luigi Bocchino), capogruppo in consiglio comunale di una delle liste a supporto del sindaco Mastella, primo firmatario di un emendamento sottoscritto anche da altri rappresentanti dell'assise, Pasquale Schiavo (avvocato Andrea De Sanctis), responsabile servizio manutenzione della Gesesa.

Diversi gli addebiti prospettati: per Ferrari, Colucci, Montano e Quarantiello quello di abuso d'ufficio, prospettata per una delibera del 2018 – Pasquariello l'aveva proposta alla giunta che l'aveva approvata, al pari del Consiglio – sull'individuazione della Gesesa come gestore del Servizio idrico integrato. Un'iniziativa ritenuta illegittima dagli inquirenti, secondo i quali l'affidamento sarebbe dovuto andare solo a società interamente pubbliche.

Per Moriello e Schiavo, in concorso con Montano e Ferrari, l'accusa di abuso d'ufficio, per Tretola, in concorso con Ferrari, Montano e Schiavo, quella di falso in relazione allo studio di prefattibilità tecnica ed economica del sistema depurativo di Benevento. Infine, per Ferrari, Colucci e Montano una presunta turbativa di gara.

Dell'elenco non fanno parte più Mario Pasquariello, nel 2018 assessore comunale ai lavori pubblici, e Maurizio Perlingieri, dirigente dello stesso settore di Palazzo Mosti – entrambi difesi dall'avvocato Sergio Rando- la cui posizione era stata stralciata per il mancato interrogatorio dopo la conclusione dell'indagine.