110 anni e non sentirli... L’Azione Cattolica della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti compie 110 anni. Nati i primi circoli di Cerreto Sannita (per la Diocesi di Telese o Cerreto) nel 1914 e di Arpaia (per la Diocesi di Sant’Agata de’ Goti nel 1922), l’AC diocesana si festeggerà insieme a tutte le AC parrocchiali attualmente presenti con la profonda gratitudine di appartenere ad una comunità che è capace di vivere la festa nella gioia dell’incontro. Un’occasione gioiosa che verrà vissuta venerdì 14 giugno, a partire dalle ore 19, presso il Parco delle Antiche Terme Jacobelli di Telese Terme, con i bambini, i ragazzi, i giovani e gli adulti, i soci e i simpatizzanti, e con quanti in questi lunghi anni hanno condiviso con l'AC un loro pezzo di strada. Saranno presenti il vescovo diocesano mons. Giuseppe Mazzafaro, mons. Mario Paciello, già vescovo diocesano dal 1991 al 1997, e la già Delegata regionale dell’AC Campania Titti Amore. “Abbiamo deciso di celebrare questo compleanno – esordisce la presidente dell’AC diocesana Lia Salomone – perché 110 anni non sono un traguardo, ma una responsabilità, un modo per fare memoria di tanta vita passata e di sentirci responsabili per quella futura ancora da costruire. Ci siamo impegnati a ricostruire, nei limiti dei documenti a nostra disposizione, la storia associativa diocesana e delle varie parrocchie, ricostruendo ed invitando i Consigli del passato che tanto si sono spesi nelle loro responsabilità”.
Nella ricostruzione storica, fatta da una Commissione associativa appositamente costituita, tutta l’emozione e la commozione nel leggere nomi di persone che non ci sono più, ma che tanto hanno donato all’Azione Cattolica Diocesana. “Una festa, questa – prosegue la presidente diocesana dell’AC – che sarà anche un modo per celebrare il loro servizio e ricordarli nella preghiera e nelle testimonianze di quanti hanno camminato con loro. Una storia lunga 110 anni che, nel corso del tempo e dei contesti che cambiavano, ha affrontato problematiche diverse, ciascuno della propria epoca. Ma se siamo ancora qui significa anche che abbiamo saputo affrontare le difficoltà e calarci sempre nelle realtà del tempo vissuto, ponendoci interrogativi ed offrendo risposte, senza mai smettere di proporre e fare formazione umana e spirituale. Siamo assolutamente lieti e riconoscenti – conclude Salomone – per questo nostro esserci incontrati in più di un secolo, riconosciuti, guardati negli occhi e abbracciati”.