Avellino

Le statine, farmaci che riducono il colesterolo e stabilizzano le placche di ateroma nelle arterie, sono all’origine di complicazioni muscolari, essenzialmente mialgie, la cui frequenza esatta è difficile da precisare. Queste complicazioni muscolari rappresentano una vera sfida clinica, nel senso che l’imputabilità delle statine a fronte delle mialgie non è sempre evidente.

Alcune circostanze sembrano favorire la comparsa delle complicazioni muscolari durante la terapia con le statine: attività fisica o sportiva inabituale, insufficienza renale o epatica, ipotiroidismo, miopatia preesistente, assunzione di altri farmaci.

Le mialgie più frequenti compaiono con l’uso di dosi elevate e con statine lipofile. Sono invocati molti meccanismi riguardo alla comparsa di dette complicazioni muscolari: diminuzione dell’ubiquinone (molecola liposulibile presente in tutti i tessuti da cui il prefisso ubi, presente in modo particolare nei mitocondri dei muscoli) e dei derivati isoprenoidi (molecole chiamate anche terpeni deputate all’equilibrio delle proteine), modificazione dell’equilibrio del calcio nella cellula muscolare.

Nella pratica clinica sarà necessario realizzare un dosaggio della creatin-fosfochinasi (CPK), ed anche una ricerca di un eventuale ipotiroidismo e di un deficit di vitamina D.

Nel caso di persistenza di dolori muscolari dopo l’interruzione della terapia con statine, sarà indispensabile di realizzare delle ricerche di una patologia muscolare di fondo preesistente. In caso di risoluzione delle mialgie, dopo l’interruzione della terapia con le statine, è consigliato reintrodurre le stesse a dose ridotta e/o cambiando la molecola. In caso di ulteriore comparsa di mialgie nonostante le precauzioni di cui sopra, si parlerà di intolleranza comunque, e si percorreranno altre strade come quella dell’impiego degli anticorpi monoclonali contro la proteina PCSK9, particolarmente efficaci nel controllo delle ipercolesterolemie familiari.

L'autore è Medico - Endocrinologo