Napoli

 

«Lo scorso febbraio fu approvata all’unanimità dal Consiglio regionale una nostra mozione, condivisa da tanti altri colleghi e riguardante l’applicazione della legge nazionale 234/2021, che consente ad Asl e aziende ospedaliere di riservare il 50% dei posti disponibili a concorso agli operatori delle cooperative che avevano fornito le loro prestazioni durante la pandemia - dichiarano Valeria Ciarambino, Vicepresidente del Consiglio regionale della Campania e componente del Gruppo Misto, e i consiglieri regionali Pasquale Di Fenza e Diego Venanzoni - Un’operazione virtuosa per la salvaguardia dei posti di lavoro e della qualità dell’assistenza sanitaria nella nostra regione e una boccata d’ossigeno per migliaia di dipendenti di cooperative sociali occupati nelle strutture sanitarie regionali, che oggi rischiano il posto di lavoro perché le Asl stanno internalizzando i servizi.

A 4 mesi di distanza da quella mozione, nonostante la Regione Campania abbia emanato una circolare invitando aziende sanitarie e ospedaliere a mettere in atto quanto deliberato dal consiglio regionale, nulla è stato ancora fatto.

Una preoccupazione richiamata anche dagli stessi operatori delle coop che stamane hanno espresso tutti i loro timori dinanzi alla sede del consiglio regionale proprio per sollecitare l’applicazione di quanto stabilito - aggiungono i consiglieri - Per questo, insieme ai colleghi Di Fenza e Venanzoni nei giorni scorsi abbiamo presentato un’interrogazione per conoscere quali iniziative intendono adottare le singole Aziende sanitarie e ospedaliere della Regione sulla stabilizzazione del personale delle cooperative, e oggi abbiamo voluto incontrare i manifestanti e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, esprimendo loro la nostra vicinanza e l’impegno a continuare al loro fianco.

Garantire la massima salvaguardia dei livelli occupazionali è una priorità - concludono i consiglieri - e soprattutto si tratta di un adeguato riconoscimento alle migliaia di professionisti che hanno operato in prima linea in un momento di estrema emergenza per il Sistema sanitario regionale come la pandemia da Covid-19»