Caserta

Dieci proposte per nuove politiche comuni - agricola e della pesca e una misura trasversale di emergenza per salvare le aziende agricole e della pesca dall’indebitamento di sistema. Il Coapi invita all’incontro gli eletti e tutti i candidati dopo le elezioni Europee per discutere di quali impegni reali assumono

Mentre il coordinamento agricoltori e pescatori italiani (Coapi) si prepara ad aprire domani il percorso per costruire il nuovo manifesto di Ventotene per una Europa giusta e nel mediterraneo della sovranità alimentare, già lancia un appello ai candidati alle elezioni europee 2024 per condividere dieci proposte tese a cambiare le politiche comuni - agricola e della pesca - con la nuova legislatura europea oltre ad una misura di emergenza trasversale per salvare le aziende di agricoltori e pescatori ormai al collasso a causa dall’eccessivo indebitamento, segno tangibile di una crisi della quale le misure e la visione dell’Unione europea non hanno fin qui colto la portata e la gravità.

L’incontro pubblico con gli eletti ed i candidati non eletti, titolato: “Per una Europa giusta e della sovranità alimentare con gli agricoltori, i pescatori e gli artigiani” è a Roma, il 28 giugno prossimo, dalle ore 11 nella sale conferenze spazio Europa dell’ufficio del parlamento europeo. Sarà quella l’occasione di capire quali reali impegni concreti verranno assunti dagli eletti e dalle forze politiche dopo le promesse elettorali.

Dopo mesi di mobilitazione con i trattori in strada in tutta Europa, ecco le proposte del Coapi:

Debiti, una moratoria Ue

Il Coapi chiede una moratoria europea per le aziende sovraindebitate, in modo che possano in uno ristrutturare la propria posizione debitoria verso le banche e al tempo stesso avviare realmente la conversione all’agroecologia, quella sostenibilità ambientale che diventa insostenibile oggi economicamente se non si taglia il nodo del debito con gli operatori finanziari.

Le 10 proposte su Politica Agricola e Politica della Pesca

1) Garantire prezzi accessibili e più agricoltori in Eu per sostenere la necessaria transizione verso l’agroecologia; adottare politiche pubbliche che regolamentino i mercati agricoli.

 La direttiva sul commercio sleale va rafforzata per garantire che i prezzi dei prodotti europei coprano i costi di produzione, consentendo agli agricoltori di denunciare in modo anonimo se necessario. La Pac deve recuperare il suo ruolo originario e implementare strumenti per regolare dil mercato, compreso l’uso dei sussidi allo scopo. I sussidi del primo pilastro della Pac devono essere mirati a dare priorità
alla transizione agroecologica e sostenibile delle aziende. L'Ue deve costituire riserve pubbliche per stabilizzare i prezzi e garantire che il cibo sia accessibile a tutti, soprattutto in tempi di crisi.

2) Priorità agli alimenti locali ed alle necessità delle popolazioni, invece che alle esportazioni; fermare i trattati di libero scambio.

Fermare gli accordi di libero scambio. Promuovere una riforma radicale del commercio internazionale basata sulla sovranità alimentare e la giustizia sociale e ambientale. Vietare la speculazione alimentare e consentire ai paesi di costituire riserve alimentari pubbliche per prepararsi ai tempi di crisi.

3) Stretta regolamentazione di tutti gli Ogm, compreso le nuove tecniche genòmiche e garantire i diritti degli agricoltori ai semi.

Le nuove tecniche genomiche sono OGM e cosi vanno trattate. Le attuali normative sugli OGM (Direttiva 2001/18/CE) garantiscono il diritto degli agricoltori a impegare colture prive di Ogm e li proteggono dall'abuso di brevetti, vedi legge europea sui brevetti (Direttiva 98/44/CE).  Il prossimo Parlamento Europeo deve portare a compimento il lavoro iniziato sulla non brevettabilità dei processi biologici ed estenderlo agli organismi viventi in generale.

Bisogna continuare a garantire agli agricoltori di scambiarsi sementi in modo che lo scambio di tutti i tipi di materiale riproduttivo vegetale tra agricoltori sia considerato un aiuto reciproco nel quadro della produzione agricola e non una “commercializzazione”.

4) Porre la Terra al centro delle politiche pubbliche, garantendo l’integrazione di più giovani agricoltori e la salute del suolo.

Attuare una direttiva europea sui terreni agricoli che combatta la concentrazione fondiaria regolando i mercati fondiari. Creare un Osservatorio Europeo della Terra per registrare le vendite e i prezzi degli affitti e la qualità dei terreni. Ridefinire l'agricoltore attivo per garantire che chi riceve gli aiuti europei sia effettivamente chi lavora la terra. Sostenere e formare gli agricoltori verso pratiche agro-ecologiche e
più sostenibili per garantire la salute del suolo.

5) L’Europa garantisca una forte iniziativa contro il cambiamento climatico fondandola sull’agroecologia.

Il contrasto agli effetti negativi del cambiamento climatico deve essere una priorità Europea che deve rafforzare, estendere e ricontrattare le condizioni a livello globale con i Paesi extraeuropei garantendo alle imprese un contesto ambientale favorevole. Perchè queste abbiano effetto occorre coinvolgere e responsabilizzare gli agricoltori, allevatori, pescatori sulla base di scelte agroecologiche e di disinteficazione dei sistemi produttivi.

6) Cambiare la strategia delle politiche climatiche verso la riduzione delle emissioni; no al
meccanismo dei crediti di carbonio si ad una transizione agroecologica.

Abbandonare l'approccio compensativo che accelera il cambiamento climatico consentendo agli inquinatori di continuare a causare danni. Abbandonare il quadro delle proposte per la certificazione del carbonio ed evitare la creazione di un sistema di scambio delle emissioni pianificando una transizione praticabile dei sistemi alimentari.

7) Riequilibrare la presenza degli allevamenti di bestiame in tutti i territori europei entro il 2035.

Articolare piani di transizione territoriali rimodulando i piani strategici nazionali della Pac per bilanciare le dimensioni dell’allevamento con le esigenze di terra e foraggio disponibili. Garantire un numero sufficiente di macelli nei territori e facilitarne la creazione di locali e mobili. Chiudere gli allevamenti industriali intensivi, quando le condizioni sono intollerabili sia per i lavoratori che per gli animali.

8) Per una Politica della Pesca che tuteli le imprese e i lavoratori della pesca.

Accorpare la commissione pesca ad un commissario che sia anche dell’agricoltura, perché la pesca fa
parte a pieno titolo dell’agroalimentare. Rivedere Il piano di azione mediterraneo, lasciatoci dall’ex commissario, per la protezione e ripristino delle AA.MM.PP. e Z.T.B. che potrebbe sottrarre alla pesca artigianale aree di pesca non a rischio. 

Rivedere gli accordi internazionali (Wto) sui prodotti energetici, che hanno portato ad un elevato costo del gasolio che da solo per gran parte della flotta (quella a strascico in primis) comporta dal 50/60% degli interi costi di gestione rendendo quasi inutile praticare l’attività.

9) Riorientare le scelte strategiche delle politiche agricole e della pesca europee alla valorizzazione e tutela dell’agricoltura e della pesca mediterranee.

Fermare il processo di delocalizzazione delle imprese dell’agricoltura mediterranea europea verso la sponda Sud ed Est e di desertificazione della pesca mediterranea europea. Ricontrattare nello spazio mediterraneo condizioni di reciprocità ambientale, sociale e produttiva con tutti i paesi dell’area fondandole sulla tutela degli interessi dei contadini, dei lavoratori e dei pescatori di tutta l’area. Riformulare la strategia della pesca e dell’agricoltura europea riconoscendo la centralità strategica dell’agroalimentare Mediterraneo

10) Assumere e implementare la dichiarazione delle nazioni unite sui diritti dei contadini e delle altre persone che lavorano nelle zone rurali (Undrop) in tutte le politiche pubbliche dell’UE in materia di alimentazione, pesca e agricoltura.

L'Ue deve tenere conto dell'Undrop in tutte le decisioni politiche, dalla legge sulle sementi alla riforma della pac, e dalla strategia commerciale alle linee guida del partenariato internazionale. Deve inoltre garantire il rispetto dei lavoratori agricoli rurali e migranti in Europa e oltre.