Benevento

“Mio figlio Giò Giò influencer di bellezza, ora voglio portare ai ragazzi il suo messaggio”. Così Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutulo, il 24 enne ucciso a Napoli dopo una futile lite per un parcheggio. Alla memoria del giovane musicista è stato assegnato un premio nell'ambito del festival Il Mio amico Massimo dedicato a Troisi e in programma a Benevento.

Nell'ambito della manifestazione promossa dalla Italy Film Commission questa mattina un convegno su diseguaglianze sociali e criminalità “Ragazzi che sparano. Viaggio nella devianza grave minorile” che si è tenuto al Museo del Sannio. Un appuntamento inaugurato dalla performance teatrale dell'attrice Laura Schettino in Annarella La ragazza dei quartieri.

All'incontro i messaggi dell'Arcivescovo di Benevento, Felice Accrocca, del Presidente dell'Ordine degli Avvocati, Stefania Pavone, del Presidente della Lega Italiana diritti dell'Uomo di Benevento, Luigi Diego Perifano,

“Tantissimi ragazzi sono stati colpiti dalla tragica vicenda della morte di mio figlio e lottano per stare dalla parte della giustizia e della bellezza” ha spiegato Daniela Di Maggio, la madre di Giovanbattista Cutulo il mio impegno è per i più giovani nel segno di GioGiò. L'analisi delle devienze e gli aspetti processuali sono stati al centro dell'intervento dell'avvocato  Valeria Crudo, del comitato scientifico scuola di formazione della Camera penale di Benevento.

Devianze minorili: numeri allarmanti

Tra gli ospiti anche il garante per i detenuti della Campania, Samuele Ciambriello che ha diffuso numeri allarmanti. Sono 16mila303 i minori fermati in Italia nel 2024: solo a Napoli 964. Ragazzi accompagnati dai genitori, messi alla prova, portati nelle comunità e per reati più gravi portati a Nisida (dove attualmente ci sono 66 ristretti) e ad Airola (con 29 minorenni).

Per lo scorso anno in Campania ci sono stati 356 delitti commessi da minorenni tra i 14 e i 17 anni, in 132 casi per reato di rapina, in 45 casi per spaccio e traffico illecito di sostanze stupefacenti, per reati connessi alle armi 38 episodi, 28 i minorenni in carcere per tentato omicidio e 4 quelli per omicidio consumato. Dati allarmanti per i quali Ciambriello riflette “Sono arrivati alla microcriminalità passando dal disagio alla devianza, il comun denominatore è la mancanza di una scuola e di una famiglia e dunque si potevano prevenire questi reati.

E poi si concentra su tanti atti preoccupanti registrati nelle strutture minorili di Nisida e Airola.
“Ad Airola 13 casi di autolesionismo, 2 tentativi di suicidio, 2 evasioni, 11 sequestri di telefoni cellulari, 5 sequestri di sostanze stupefacenti. A Nisida 2 evasioni, 51 aggressioni, 136 infrazioni in più ci sono decine di tossicodipendenti – e si chiede – chi si occupa di questi minori al di là del dibattito ideologico. Piuttosto che punire dobbiamo accudirli perchè uno di loro salvato è un esempio per tanti altri”.