Storie d'incredibile sofferenza e, in alcuni casi, anche di violenza inaudita. Sono quelle vissute dagli 84 migranti sbarcati ieri nel porto di Salerno e che venerdì pomeriggio stati tratti in salvo dai volontari della Geo Barents, la nave di Medici Senza Frontiere che li ha recuperati a largo delle coste maltesi, in due operazioni di salvataggio. Una parte era a bordo di un gommone, un'altra aveva intrapreso il viaggio con un barchino. Entrambe le imbarcazioni erano, ormai, in avaria e soltanto l'intervento dei soccorritori ha evitato il peggio. Ieri sera, dopo un lungo e faticoso viaggio, i migranti sono stati accolti nel porto di Salerno.
Tra di loro c'era anche un bambino eritreo di appena un anno che ha intrapreso il viaggio con la mamma ed il papà. Tra le tre donne presenti a bordo, invece, una ragazza di 17 anni che, inizialmente, è apparsa molto scossa e impaurita. Non a caso, dopo essere arrivata sulla banchina del molo Manfredi, si era nascosta tra le panche, temendo di doversi separare dalla famiglia con la quale aveva condiviso la traversata. Una volta tranquillizzatasi, poi, ha raccontato ai mediatori culturali di aver intrapreso il viaggio per raggiungere la famiglia in Belgio. Una vicenda di cui è pronto a farsi carico l'ufficio Politiche Sociali del Comune che, tramite l'assessore Paola De Roberto, verificherà la storia per capire se ci siano le condizioni per un ricongiungimento familiare.
Un migrante, inoltre, è stato medicato in ospedale a Salerno per le ustioni riportate durante la traversata e dovute alla miscela di combustibile e acqua di mare.