(f.s.) Il Benevento abbandona il sogno promozione, ma esce a testa altissima dal campo di gioco. Non è il momento delle parole ormai “inutili” di tecnico e giocatori, in serate così a metterci la faccia è sempre lui, il presidente Oreste Vigorito. “Un po' di amarezza ti rimane, ma quest'anno si resta sereni, senza colpi di testa. Non era nemmeno facile riaccostarsi al calcio, aver riconquistato la fiducia in un mondo che non è solidale con chi investe, vale tanto”.
Avrebbe voluto vincere, altro che sì. Ma la sconfitta questa volta fa meno male delle altre. Perchè gli obiettivi da centrare erano due e uno sicuramente il Benevento lo ha colto: “Vorrei ricordare a chi seguì la conferenza stampa di presentazione con Carli che dicemmo che era arrivato il momento di cambiare strategia, cercando soprattutto la valorizzazione dei ragazzi del nostro settore giovanile. E' stata un'annata difficilissima, abbiamo dovuto gestire 33 calciatori, tanti volevano andare via qualcuno è rimasto. Avevamo due obiettivi, raggiungerli entrambi sarebbe stato un sogno: abbiamo raggiunto il primo, perchè oggi i giovani fanno la ricchezza del Benevento e si può ripartire da loro, da quelli che si sono integrati e con loro cercheremo di mettere su una squadra per il 19° anno di fila”.
Le parole del presidente colgono come sempre nel segno: “Forse siamo abituati a perdere (sopratutto i play off), ma anche a risorgere. Abbiamo raggiunto il 50 per cento di ciò che volevamo, per l'altro 50 proveremo l'anno prossimo. Abbiamo lanciato 5 calciatori del nostro vivaio: ora non chiederanno più chi sono? Da dove vengono? Questo è il miglior auspicio per programmare la prossima stagione. Dovremo fare meno errori, ci proveremo. Certo è che volevano fare un certo tipo di squadra, poi abbiamo dovuto segnare il passo. Già la retrocessione era stata traumatica, ma essere arrivati in semifinale significa aver fatto meglio delle altre retrocesse, Perugia, Spal”.
KO POCO FORTUNATO. La sfida con la Carrarese non è stata fortunata: “L'espulsione di Talia, qualche errore. Mentre stavamo facendo il sogno qualcuno ci ha svegliati. Tempo fa, lo ricorderete tutti, dissi di non riporre nei cassetti le vostre bandiere. Oggi dico che non impiegheremo 90 anni per tornare in B, anche perchè sarebbe impossibile vivere tanto, ma dico che tutti gli anni in cui sarò a Benevento, proveremo a tornare in questa categoria. Ecco, la mia soddisfazione stasera è quella per cui vengo a trasferirvi uno stato d'animo: abbiamo perso, ma torneremo un'altra volta”. Ammette che non è deluso, ma certamente rammaricato: “Il rammarico è quello di non aver vinto prima, avrei volentieri evitato di fare i play off. Stasera non siamo stati fortunati, siamo arrivati tante volte davanti alla porta avversaria e non abbiamo segnato. Questo è un gap su cui dobbiamo riflettere”.
I TIFOSI. D'obbligo i ringraziamenti alla gente: “Li ringrazio non tanto per l'incitamento quanto per la sensibilità dimostrata, applaudendo alla fine gli sconfitti. D'altro canto questa sera i ragazzi hanno perso, ma non erano sconfitti. Hanno dato quello che potevano, magari facendo degli errori. Ma lo zoccolo duro c'è e il nostro intento sarà quello di continuare a portare in prima squadra giovani del nostro settore giovanile. Quest'anno abbiamo raggiunto le finali di tutti e quattro i campionati: ci sono altri Perlingieri, altri Talia. Una volta c'eravamo illusi che i nomi sui cartellini ci facessero vincere i campionati, invece è preferibile creare un'ottima base mettendo dentro i nostri giovani”.
CAPITOLO AUTERI. “Auteri – dice il presidente – ha fatto 31 punti nel girone di ritorno e in questi play off è arrivato in semifinale. E noi non possiamo attribuire colpe o meriti ad una sola persona. Credo che pochi sarebbero riusciti a rimettere in sesto un gruppo che in fono non lo era mai stato”. La domanda sorge spontanea: Auteri rimane? La risposta è semplice e molto diretta: “Lui è seduta sulla sedia, ma senza un contratto. Diciamo che lo può perdere solo lui. Come? Noi abbiamo un programma per il prossimo anno, saremo quindi noi a dire ad Auteri cosa vogliamo fare. Le conferme vanno fatte quando si è d'accordo coi programmi. Lo sottoporremo a lui prima di ogni altro eventuale. Se c'è convergenza...”.