La riforma della giustizia approvata dal Consiglio dei ministri introduce cambiamenti fondamentali nel sistema giudiziario italiano. Tre sono i pilastri principali di questa riforma: carriere separate per i magistrati, due distinti Consigli Superiori della Magistratura (CSM) e il sorteggio per la nomina dei suoi membri, e l'istituzione di un'Alta Corte come organo di disciplina delle toghe. Il Guardasigilli Nordio sottolinea come questa riforma attui il "principio fondamentale del processo accusatorio auspicato nel secolo scorso dal giurista Giuliano Vassalli".
Il percorso della riforma
L'iter di approvazione della riforma potrebbe seguire due strade: una esclusivamente parlamentare e l'altra referendaria. Essendo una legge che modifica la Costituzione, il testo deve essere approvato da ciascuna Camera con due successive deliberazioni, a distanza di almeno tre mesi. La riforma sarà considerata approvata se, nella seconda votazione, entrambe le Camere approveranno con una maggioranza dei due terzi dei rispettivi componenti. Se non si raggiungono questi numeri, la legge sarà sottoposta a un referendum popolare, distinto da eventuali altre consultazioni referendarie sul premierato.
La richiesta di referendum dovrà essere fatta entro tre mesi dalla pubblicazione della legge da un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque consigli regionali. Si prevede che la riforma non sarà approvata prima del 2026. Tuttavia, il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano afferma che "non è comunque così certo che si arrivi al referendum".
Carriere separate per i magistrati
Con la nuova riforma, i magistrati dovranno fare una scelta definitiva all'inizio della loro carriera: diventare requirenti (pubblici ministeri che conducono le indagini) o giudicanti (giudici di tribunale o corti). Questa scelta avverrà attraverso due concorsi separati.
Due Consigli Superiori della Magistratura
La riforma prevede la costituzione di due CSM separati, uno per i giudicanti e uno per i requirenti, in contrasto con l'attuale sistema che prevede un unico CSM. I Consigli continueranno a essere composti da tre membri di diritto (il Presidente della Repubblica, il primo presidente della Corte di Cassazione e il procuratore generale della Cassazione) e da altri trenta componenti. Due terzi di questi saranno rappresentati da venti membri togati (magistrati) e dieci membri laici (professori ordinari in materie giuridiche o avvocati con almeno quindici anni di esperienza).
Il sorteggio per le nomine
Una delle novità più rilevanti è il meccanismo del sorteggio per la nomina dei trenta membri dei CSM, sia togati che laici. Questo cambiamento mira a eliminare il rischio che le correnti all'interno della magistratura possano influenzare le nomine, garantendo così una maggiore trasparenza e imparzialità.
L'Alta Corte per i procedimenti disciplinari
Attualmente, il CSM si occupa anche dei procedimenti disciplinari. Con la riforma, questa funzione sarà trasferita a un'Alta Corte composta da quindici giudici: tre nominati dal Presidente della Repubblica, tre estratti a sorte dal Parlamento, sei magistrati giudicanti e tre requirenti estratti a sorte tra le rispettive categorie. L'Alta Corte sarà l'organo disciplinare le cui sentenze potranno essere impugnate dinanzi alla stessa corte.
Addio alle correnti
La riforma della giustizia rappresenta un cambiamento epocale per il sistema giudiziario italiano. Introduce una chiara separazione delle carriere dei magistrati, istituisce due CSM distinti e implementa un nuovo meccanismo di sorteggio per le nomine, aumentando così la trasparenza e l'imparzialità del sistema. Con l'introduzione dell'Alta Corte come organo di disciplina, la riforma mira a garantire una giustizia più equa e indipendente.