di Enrico Franza
Era una domenica di sole, una calda giornata di maggio. Oggi, Ariano si tinge di grigio e lampi e tuoni risuonano tra le strade della Città.
Il vostro sorriso, indelebile nella memoria di tutti, a scaldare i cuorei
Un anno da quel tragico evento e, come allora, voglio affidarmi alle parole di un noto scrittore che ha saputo interpretare il pensiero di un’intera comunità.
Ariano non vi dimenticherà mai!
“La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. lo sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.” “La morte non è niente”, di Henry Scott Holland