Napoli

IL PIZZINO di Urgo 

Ora che, come sembra, il Napoli non prenderà più Gian Piero Gasperini come prossimo allenatore, avendo quest'ultimo preferito la tranquillità e gli agi famigliari alle passioni e alle incertezze dettate da una "amante bellissima", il nome che più circola in città è quello di Antonio Conte, per il quale pare che Aurelio De Laurentiis sia disposto ora a fare follie. Confesso di essere un po' perplesso.

Ma vi sembra mai possibile che - se è vero quello che si racconta sui giornali e nelle televisioni - il tecnico leccese sia stato fin qui alla finestra ad aspettare che il patron azzurro con calma concludesse tutte le sue avances al mister orobico? Cioè una primadonna come l'ex Juve avrebbe accettato di passare da condottiero a misero rincalzo senza colpo ferire?

Non ci resta che attendere qualche ora, quando tutte le carte saranno scoperte. Intanto la piazza già di suo ribolle a sufficienza. Piotr Zielinski e Victor Osimhen non saranno della mesta partita conclusiva di questo campionato contro il Lecce in casa (e neanche questa è una buona notizia, viste le più che attese contestazioni). Per entrambi, quindi, si profila un addio senza addio, e questo mi pesa più per il polacco che per il nigeriano, se non altro perché il primo l'italiano lo conosce e sin dal suo anno di esordio a Empoli. Ma se per entrambi i calciatori l'addio era scontato da tempo, la perdita di altre pedine importanti nello scacchiere azzurro proprio non me l'aspettavo. Parliamo di Giovanni Di Lorenzo, che pare abbia chiesto a Giovanni Manna, già nel suo primo giorno di lavoro a Castelvolturno, di essere venduto.

La sua perdita, qualora si realizzasse, sarebbe un danno incalcolabile per la squadra, la società e la città, checché ne dica il patron azzurro con il suo principio del "tutti cedibili". Estromettere il capitano dello scudetto dal tessuto morale prima che tecnico della squadra solo perché non si è stati in grado di tutelarlo dentro e fuori lo spogliatoio è colpa grave, destinata a pesare in qualche modo (che temo disastroso) sul futuro tecnico e societario del Napoli. Aver preso e poi tenuto per fin troppo tempo tre allenatori di scarso valore - l'ultimo, il peggiore, a causa della manifesta incapacità a gestire quotidianamente il gruppo - ha deteriorato rapporti e affiatamenti nel team, fino ad arrivare a questa (inutile) pantomima del chi viene e del chi va. È vero che a favore del presidente ci sarebbe la rivoluzione  operata proprio nell'anno dello scudetto, ma da allora sembra passato già un secolo.