Caserta

 

"Irrigazione collettiva: unico punto di forza nello sviluppo dell’economia della Piana del Basso Volturno. Innovazione e Criticità” è questo il tema del convegno organizzato dal Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno per la settimana nazionale della bonifica e dell’irrigazione 2024” che si è tenuto nel real sito borbonico di Carditello a San Tammaro in provincia di Caserta.

Il programma si è snodato lungo importanti step di approfondimento rispetto alla mission del Consorzio nel comparto irriguo, di particolare rilievo quest’anno, visto il tema scelto dall’Anbi per la settimana della bonifica: “L’acqua di nutre e dà la vita”.

Lucia Pignata, responsabile dell’Ufficio legale del Consorzio Volturno, ha aperto i lavori con la proiezione di un filmato che ha illustrato le opere irrigue e di difesa idraulica del consorzio di bonifica Volturno attualmente già a disposizione dell’utenza e del territorio e che si sono consolidate nel tempo.

Camillo Mastracchio, direttore generale del Consorzio, parlando sul tema “Infrastrutture irrigue e interventi in corso di esecuzione” ha sottolineato la rilevanza degli investimenti in corso: ben 138 milioni di investimenti in corso. Denaro grazie al quale il consorzio si prepara ad ampliare le aree servite dall’irrigazione ed a migliorare il comparto irriguo dotandosi di strumentazioni per l’ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa acqua.

Gli investimenti programmati sul comparto irriguo sono pari a 74,7 milioni di euro, pari ad oltre il 50% del valore degli investimenti programmati nei prossimi anni.

E ben 67,6 milioni di euro sono in realtà di investimenti già in corso, con uno stato di avanzamento per quelli finanziati dal Pnrr, pari al 26%. 

Negli ultimi anni i turni irrigui sono aumenti di durata e si sono ridotti gli intervalli tra essi, “a parità di costi per la contribuenza irrigua - ha sottolineato Mastracchio, che ha evidenziato come “Il contribuente sta iniziando a rendersi conto del valore della manutenzione”

A seguire Antonio Ferraiuolo, responsabile del settore agrario del consorzio Volturno è intervenuto su “Irrigazione collettiva, innovazione e criticità”. Ferraiuolo ha ricordato come l’agricoltura ha una crescente domanda di acqua alla quale è connesso l’incremento del valore aggiunto agricolo. Nelle ultime due stagioni irrigue - su 12mila ettari serviti -  il consorzio ha erogato 22 milioni di metri cubi d’acqua nel 2022 e 18 milioni nel 2023. La differenza negativa– a parità di precipitazioni annue – è stata data da una diversa distribuzione delle piogge nell’arco dell’anno scorso, che ha influito negativamente sulla domanda di acqua irrigua.

Ma gli impianti di irrigazione sono energivori, tanto che solo nel 2022 l’irrigazione è costata 3 milioni di euro, spesa del Consorzio coperta però all’80% della regione Campania.

Inoltre, Ferraiuolo ha sottolineato come regione Campania ha rivisto le misure sulle aree vulnerabili ai nitrati, rendendo obbligatorie le concentrazioni di azoto nelle acque irrigue, ma il consorzio da tempo effettua campionamenti e analisi e dispaccia acqua idonea all’irrigazione.

Sul risparmio idrico Ferraiuolo ha illustrato l’importanza dell’apposizione delle valvole per la lettura di portata e pressione nelle condotte di adduzione, che scongiurano quegli incidenti che possono provocare ingenti perdite, potendo azionare automaticamente gli sfiati, che consentono di evitare gli effetti indesiderati dell’aria nelle condotte. Inoltre, il consorzio fornisce anche un sistema di assistenza irrigua all’agricoltore con remote sensing, grazie a immagini multispettrali satellitari. I sensori sono in grado di costruire l’Indice di vigore vegetativo e computare i fabbisogni irrigui medi mensili, uno standard che consente oggi di presumere i consumi sulla base degli eventi meteo e le colture presenti nelle aziende.

Un vantaggio - per quanto attiene la conturizzazione - viene poi dall’adozione della tariffa binomia per benefici potenziali (la mera disponibilità irrigua) e benefici effettivi (volumi erogati), divisa in tre fasce di consumo, basate sui consumi presunti calcolati dal consorzio sulla base dei piani colturali trasmessi dagli agricoltori all’ente, con livelli di idroesigenza differenziata per ogni coltura.

 Tutto questo perché l’uso dei contatori, che consentono di ridurre i consumi idrici, ha però un costo di gestione che non va sottovalutato

“Il beneficio di disponibilità irrigua: aspetti giuridici e orientamento giurisprudenziale della Suprema Corte di Cassazione” è stato invece il titolo dell’intervento dell’avvocato Michele Lisanti, avvocato cassazionista esperto di diritto tributario.

Innanzitutto Lisanti ha precisato che il benefico di disponibilità irrigua si rintraccia nel Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Conferenza Stato Regioni il 28 febbraio del 2008, dove, all’articolo 6, è stata tipizzata la contribuenza irrigua, per la quale il benefico per i fondi “viene individuato dal vantaggio tratto dalla presenza delle opere irrigue”. Pertanto la natura del contributo è tributaria come per la bonifica e non di natura privatistica.

Inoltre, Lisanti ha ricordato come la Cassazione con sentenza del 2016 nei confronti del consorzio di Bonifica Aurunco sulla legge regionale della Campania n. 4 del 2003 si è pronunciata contro la commissione tributaria regionale della Campania, che aveva considerato il contributo di disponibilità idrica di natura privatistica e legato ad un contratto sull’effettivo consumo dell’acqua.

Per la Cassazione invece i contributi di bonifica trovano il proprio presupposto nell’articolo 59 del regio decreto n. 215 del 13 febbraio 1933, pertanto il consorziato è tenuto a pagare anche se non usufruisce dell’acqua irrigua, poiché l’ha comunque a disposizione, cosa che comporta costi per l’ente.
Infine, con l’ordinanza del 24 luglio 2023 la cassazione si è espressa contro il giudice di merito, secondo il quale la pretesa del consorzio di bonifica del Volturno era illegittima sulla base dell’adozione dell’idroesigenza di seconda fascia senza prove.

“La Cassazione ha respinto tale pronuncia - ha sottolineato il legale - perché non è onere del consorzio dimostrare la natura delle colture del fondo interessato al servizio di bonifica, ma secondo l’articolo 8 del regolamento consortile del servizio irriguo è il contribuente che deve trasmettere al consorzio il piano di coltivazione che ha programmato”.

Ha poi preso l’avvio il secondo panel di lavoro con la relazione di Vito Busillo, in qualità di presidente del consorzio di bonifica in destra del fiume Sele, che ha affrontato il tema “La certificazione di un territorio irriguo: aspetti strategici” intervento dedicato all’applicazione sul territorio consortile del protocollo di irrigazione sostenibile dell’Anbi “Goccia Verde”.

Busillo ha ricordato come l’utenza del consorzio Destra Sele, 14mila ettari, oltre la metà sono serre – riceva l’acqua irrigua tutto l’anno e in acquedotto tubato. Ma le serre impermeabilizzano il territorio “Oggi i consorzi autorizzano le serre solo a condizione di rispettare l’invarianza idraulica, grazie ad una norma regionale che abbiamo richiesto – ha ricordato Busillo.

Sulla certificazione Goccia Verde dell’Anbi nazionale “Abbiamo messo in piedi questo processo perché nella nostra agricoltura – la IV gamma – è importante nella fase di produzione una certificazione e un percorso di qualità dell’acqua, che deve essere sicura, visto che il prodotto è venduto già lavato.

Da oggi il consorzio di bonifica certifica anche tutti gli sforzi fatti per consumare meno acqua e rendere sostenibile sul piano ambientale la produzione. Si tratta di valore aggiunto per l’impresa, visto che oggi il consumatore vuole essere garantito rispetto all’impatto ambientale. La certificazione oggi come consorzio di bonifica la produciamo a livello territoriale”.

Infine è stato pubblicamente sottoscritto il protocollo operativo per il monitoraggio della rete Idrografica del comprensorio di bonifica del Basso Volturno” tra il consorzio di bonifica Volturno e le associazioni ambientali.