Avellino

di Paola Iandolo

Nel processo d'Appello aperto sulla fabbrica dei veleni di Borgo Ferrovia, l'Isochimica, sono fuori le parti civili rappresentate dall'avvocato Brigida Cesta e costituite solo per i reati di lesioni colpose gravissime. L'avvocato Brigida Cesta ha sollevato nel corso dell'udienza di oggi la mancata notifica della fissazione dell'udienza a tutte le parti civili per le quali il reato era stato dichiarato prescritto in primo grado (lesioni colpose gravissime). Eccezione contestata dai difensori degli imputati. L'avvocato Alberico Villani ha difatti sostenuto che la sentenza di prescrizione non pregiudicasse le parti civili non avvisate dell'instaurazione del giudizio d'appello, che possono quindi continuare l'azione di risarcimento in sede civile. La corte - dopo una breve camera di consiglio -  ha rigettato l'eccezione sollevato dall'avvocato Brigida Cesta e ha  rinviato per ulteriori adempimenti all'11 novembre. 

La ricostruzione

Il processo per le morti legate all'Isochimica si concluse con 4 condanne e 23 assoluzioni, il 28 gennaio del 2022. Sentenza impugnata prontamente dalla Procura di Avellino. Giudicati colpevoli di disastro ambientale e omicidio colposo plurimo – più una serie di violazioni sulle norme di tutela ambientale e sicurezza – due funzionari di Ferrovie dello Stato, Aldo Serio e Giovanni Notarangelo, e due ex dirigenti dell’Isochimica, Vincenzo Izzo e Pasquale De Luca. Assolti invece con formula piena, perché il fatto non sussiste, tutti gli altri imputati, che erano stati accusati, a vario titolo, di disastro ambientale, omessa bonifica e omissioni in atti d’ufficio, ovvero l’ex sindaco di Avellino Giuseppe Galasso e tutta la sua giunta di allora, composta da Antonio Rotondi, Sergio Barile, Giancarlo Giordano, Ivo Capone, Toni Iermano, Donato Pennetta, Luca Iandolo e Raffaele Pericolo; i dirigenti del comune di Avellino Luigi Cicalese e Francesco Tizzani; gli imprenditori delle ditte a cui erano state commissionate le prime operazioni di bonifica, Francesco Barbieri, Biagio De Lisa, Giovanni D’Ambrosio, Giovanni Rosti, Francesco De Filippo; i funzionari Asl Michele De Piano e Luigi Borea, il curatore fallimentare della fabbrica Leonida Gabrieli, il responsabile del procedimento di bonifica Giuseppe Blasi e l’ex sindaco di Avellino Paolo Foti.