È notizia di questi giorni il tumulto messo in atto dai detenuti ristretti al quarto piano del carcere di Benevento: “Per futili motivi un folto gruppo di detenuti ristretti nella sezione detentiva del quarto piano, armati di bastoni e mazze, hanno instaurato un moto collettivo – afferma il Coordinatore Nazionale del SiNAPPe Fernando MASTROCINQUE – purtroppo a farne le spese due agenti che hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche presso l’Ospedale cittadino e un’intera ala del penitenziario distrutta”.
“Immediatamente i Poliziotti penitenziari in servizio al quarto piano hanno dato l’allarme, ma la situazione è diventata subito incandescente, nell’immediato il Comandante del Reparto è accorso per dirigere e supportare il proprio personale durante le operazioni messe in atto per riportare la calma – continua il Coordinatore Nazionale SiNAPPE Fernando Mastrocinque - il personale libero dal servizio ha risposto con sollecitudine accorrendo a sostegno di quelli già in servizio”.
“ I nostri complimenti sono rivolti al personale di Polizia penitenziaria che ha mostrato alto senso del dovere e spirito di corpo togliendo tempo prezioso ai propri cari e accorrendo alla richiesta del proprio Comandante di recarsi in servizio durante un momento così delicato e concitato – prosegue il portavoce del SiNAPPE Fernando MASTROCINQUE – un plauso va direttamente rivolto al Comandante del Reparto che con le sue spiccate doti umane e professionali ha condotto abilmente le operazioni che hanno ristabilito la tranquillità.”
“Da pochi minuti abbiamo appreso che i 9 arresti effettuati al termine dei disordini sono stati tutti convalidati, a riprova della gravità di quanto successo nella giornata di domenica – conclude il Coordinatore Nazionale del SiNAPPe Fernando MASTROCINQUE – sono fatti che mettono a dura prova il sistema penitenziario del Carcere di Capodimonte, già gravato da una forte carenza di personale; le preoccupazioni sono forti e influiscono sulla salute fisica e psicologica del personale di Polizia penitenziaria di ogni ruolo ricoperto, uomini e donne che fuori dalle mura del penitenziario sono genitori, figli, fratelli o sorelle che spesso sono distanti dai propri affetti e che oggi più che mai necessitano di sostegno e di concrete azioni rivolte a loro tutela”.