22 maggio 2022. Una data impossibile da cancellare. Un tatuaggio sul cuore per il mondo Salernitana e per Danilo Iervolino. In quella calda sera da inizio estate, la notte dei desideri si trasformò per novanta minuto nel peggior incubo sportivo. Salernitana-Udinese che doveva essere la festa salvezza, la celebrazione del miracolo del 7 per cento si trasformò in un thriller. Ci pensò l’Udinese a rovinare la festa, con quel pesante 0-4 che obbligò la Salernitana, in un Arechi impietrito, a riversarsi con gli occhi e con il pensiero su Venezia-Cagliari. Fu attesa spasmodica prima del boato che consegnò alla storia lo 0-0 del Penzo e la contemporanea salvezza granata.
Fu festa grande, condita dalla corsa a perdifiato di Davide Nicola e poi quella di Danilo Iervolino. Cinque mesi prima aveva acquistato la Salernitana, salvandola dal baratro dell’eliminazione dal professionismo. In appena 150 giorni le consegnò la prima storica salvezza in serie A. Il patron prese il microfono e urlò forte l’orgoglio granata e il desiderio di volare in alto.
Due anni dopo, di quei proclami solo brandelli. Anzi, la retrocessione in serie B in un campionato così sciagurato come quello che andrà in rassegna sabato a Milano stride e non poco con il desiderio di grandezza più volte manifestato. Dai sorrisi si è passato alla rabbia, alla delusione e lentamente anche all’uscita di scena. Ora il futuro è un’incognita, in attesa della decisione di Iervolino. E quel 22 maggio 2022 sembra un ricordo assai lontano.