Avellino

L'onorevole Rosy Bindi ha preso parte all'evento finale del progetto "Conoscere per decidere, scuola politica", organizzato dall'Ufficio della Pastorale per la scuola e l'insegnamento della religione cattolica, all'Auditorium del Polo Giovani di Avellino. "L'autonomia differenziata è una scelta secondo me incostituzionale. - ha affermato l'ex presidente della Commissione parlamentare antimafia - L'articolo 5 della Costituzione è chiaro, riconosce le autonomie, ispira la propria azione al decentramento amministrativo, però l'Italia è una e indivisibile. Con l'autonomia differenziata noi trasformiamo il nostro Paese in 20 staterelli ed è una scelta sbagliata da due punti di vista. Secondo me è antistorica. Oggi ci sono delle funzioni che andrebbero esercitate a livello europeo e non a livello regionale. Tutto è globalizzato e questa mania di rinchiudere la politica dentro confini sempre più ristretti isola il nostro Paese e non consente alla politica e al diritto di guidare i processi. Non a caso è tornata anche la guerra. La politica non ha più gli strumenti per regolare e indirizzare i processi che superano l'ambito della politica. Stiamo andando esattamente in senso contrario. Pensate al tema dell'energia: è un tema mondiale, non regionale".

"Premierato? Da popolo sovrano a popolo del sovrano"

"E l'autonomia differenziata non tiene conto del fatto che in questo nostro benedetto Paese abbiamo delle disuguaglianze che in Europa sono quelle che attraversano gli stati. Tra la Lombardia e la Calabria ci sono le stesse differenze che in Europa ci sono tra la Germania e l'Ungheria e la Romania. Non abbiamo bisogno di unire questo Paese. L'unità è sostanziale, non giuridica e formale. I diritti dei cittadini, l'istruzione, la salute, la sicurezza, sono diritti di tutti, inviolabili in ogni parte del nostro territorio. E questa autonomia differenziata è, come viene definita con un'espressione azzeccata, è una secessione dei ricchi. Il problema è che ci rimetterà anche il nord, non solo il sud perché anche il nord si ritroverà in qualche modo isolato rispetto al resto d'Europa. È una riforma antistorica e mi meraviglio che anche i governatori del centrosinistra non abbiamo reagito a questo. Se poi sposa con il premierato significa vendere l'illusione a questo Paese che la divisione in 20 e l'aumento delle disuguaglianze saranno sanate da un capo unico, eletto ogni cinque anni dal popolo sovrano, il quale in realtà diventerà il popolo del sovrano e rinuncerà all'esercizio della sovranità della cittadinanza, che è quella che si esercita con la rappresentanza e con la partecipazione ogni giorno e non con la delega a un capo una volta ogni cinque anni".