Napoli

Attraversamenti. Storie e incontri di un comunista e democratico italiano. E' il libro di Goffredo Bettini che verrà presentato a palazzo Serra di Cassano, via Monte di Dio, lunedì 20 maggio alle ore 18.00. Ne discuteranno insieme all'autore: Roberto Gualtieri, Annamaria Carloni, Gaetano Manfredi, Armida Filippelli e Franco Vittoria. 

Un libro in cui - si legge nella descrizione - è raccontato il rapporto tra Goffredo Bettini, da cinquant'anni militante e dirigente della sinistra italiana, prima del Pci e oggi del Pd, con alcune grandi o per lui significative personalità con le quali ha potuto avere un rapporto politico, culturale, ideale e anche intimo. Le pagine danno conto della temperie storica, morale e della qualità delle relazioni nei decenni che ci stanno alle spalle.

Bettini, in ognuna delle amicizie e dei rapporti che racconta, lascia agli altri qualcosa e prende dagli stessi molto.

Sono, infatti, prevalentemente racconti di amicizie. Gli amici si appartengono. E, per questo, riescono ad entrare l'uno nell'altro nelle parti meno esposte; al pubblico, meno note. L'opera è divisa in vari capitoli, preceduti da una prefazione di Massimiliano Smeriglio, politico e scrittore, ognuno dedicato a una persona diversa: Gianni Borgna, Pier Paolo Pasolini, Mario Tronti, Pietro Ingrao, Francesco Rutelli, Renzo Piano, Luciano Berio, Andrea Augello, Franca Chiaromonte.

Lo stile cronachistico che Bettini ha scelto riporta episodi divertenti, inediti; così come riflessioni più di fondo, sull'oggi e sul domani; sull'arte e Roma; sulla politica e la filosofia. Nell'epilogo politico, molto attuale anche in vista delle prossime elezioni europee, sulla base di questi materiali così compositi e che danno il senso della dimensione ricca di un'esperienza personale e collettiva, l'autore dà un giudizio sull'attuale situazione della sinistra e del Paese e indica una suggestione per il futuro.

Così Franco Vittoria:

Si tratta di un libro che ti apre un pò di porte e con eleganza ti accompagna lungo un cammino della nostra storia repubblicana. Si percepisce quando leggi di come le "liturgie" accompagnavano i riti della grande politica, che mai si presentava "arrogante" o pervasiva , ma piuttosto attraversava la umanità. È un libro che non consente pause, anzi, ti consegna la misura di una politica che non consentiva distrazioni, totalizzante e scolastica.

Il libro cerca in tutti i modi, come da un pò di anni tenta (spesso in grande solitudine) di fare Goffredo, di trovare una traccia per riannodare i fili di un pensiero che non può ridursi all’unicità. Goffredo descrive di una Politica che insegnava a capire il mondo, a discutere di cinema con Pasolini o Bernardo Bertolucci, a ragionare di Rossellini o di De Sica.

La politica come forma di arte, che costruiva i pensieri dopo lo studio e la militanza, la politica che spostava i "mondi" con il potere della parola.

In tutto il libro, se descrive il suo amico Gianni Borgna o l’amato Pietro Ingrao o racconta della visione di Renzo Piano c’è la ricerca continua di riprendere il filo della memoria come baluardo per costruire il futuro. Invece Goffredo sente come una gabbia questo presentismo che "cancella" legature umane e sensazioni di fraternità.

Più volte scriverà in questo suo libro, struggente e pieno di speranza che bisogna ridare credibilità alla politica innalzando l’umano e non dolersi di intrecciare i percorsi del socialismo e del cristianesimo."