"Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo. Se in invece muore, produce molto frutto. Che anche noi. Che anche noi, come il nostro San Liberatore, possiamo diventare chicchi di grano, capaci di donarci agli altri per portare molto frutto."
Sono le parole del giovane parroco don Vincenzo Losanno, rivolte alla sua meravigliosa comunità, nel giorno della solennità di San Liberatore, vescovo e martire, compatrono della città di Ariano Irpino.
Dopo il triduo di preparazione alla festa, da stamane all'alba in tanti si stanno recando come da tradizione a piedi in visita al Santo. Sante messe già a partire dalle 5.30. Alla 19.00 la solenne liturgia presieduta dal Vescovo della diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia Sergio Melillo con la benedizione del nuovo fonte battesimale. Altre celebrazioni oggi alle ore 6.30-7.30-8.30-10.00-11.30-16.00-17.30-19.00.
Festeggiamenti che proseguiranno fino a domenica 19 maggio. E il 26 l'attesa rappresentazione del martirio di San Liberatore.
La tradizione secolare lo presenta come vescovo e martire, le testimonianze storiche ed artistiche, attestano quanto sia radicato il culto del Santo nella vita quotidiana dei fedeli.
"San Liberatore scrisse P. Bargellini, è uno di quei santi martiri di cui è più agevole tracciare la storia e la geografia della devozione, che non la storia della vita e della morte.”
Il santo è raffigurato in abili pontificali vescovili con la mano destra in atto di benedire e nella sinistra il pastorale e il libro della sacra scrittura.
Una supplica è stata dedicata al Santo, dal compianto vescovo Giovanni D’Alise: “O San Liberatore, tu che hai dato la vita per portare il Vangelo, sostieni lo sforzo di questa tua chiesa pellegrina in terra irpina. Ottieni speranza, sapienza e coraggio a Vescovo e ai sacerdoti, fede e profezia al tutto il popolo di Dio.”