"La proposta della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento di dichiarazione di notevole interesse pubblico per un'area vastissima, tra il comune di Morcone e quello di Santa Croce nel Sannio, in provincia di Benevento, è l'ennesimo attacco alle rinnovabili. Una strategia inequivocabile del MiC, che, tramite le Soprintendenze, mette per iscritto, nelle norme tecniche di attuazione, l'impossibilità di realizzare impianti da energia "alternativa", mettendoli al pari di discariche, attività estrattive nelle cave e cartelloni pubblicitari".

Questa la denuncia, in una nota, di Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, che parla espressamente di "ennesimo provvedimento che frena lo sviluppo delle rinnovabili in Campania". "Mentre si dovrebbe fare della transizione energetica e della lotta all'emergenza climatica un faro indiscutibile nel vero interesse collettivo, si continua a ostacolarla, credendo di tutelare "rilievi collinari, boschi, prateri, corpi c e resti archeologici" con il blocco totale di "nuovi impianti per la produzione di energia alternativa da fonte solare ed eolica, compresi gli impianti di mini eolico e microeolico, a eccezione di quelli già autorizzati" come descritto nel provvedimento".

Le rinnovabili, sottolinea Imparato, "vengono 'accettate' solo per autoproduzione e consumo di singoli edifici, purché siano realizzate con tegole fotovoltaiche o pannelli del colore analogo al manto di copertura. Ricordiamo che la vera minaccia al paesaggio agrario e naturale e alle emergenze archeologiche delle aree interne della Campania sono gli eventi estremi sempre più numerosi. Piogge intense, alluvioni e ondate di calore, che impattano fortemente sulla produzione agricola, danneggiando lo sviluppo economico locale e provocando spopolamento e desertificazione. Non sono certo impianti agrivoltaici a mettere in discussione la 'ruralità tradizionale', fatta di 'campi aperti a foraggere e cereali, oliveti, piccoli orti e prati pascolivi'. Né tanto meno 'i valori vedutistici ed estetici' vengono compromessi da un insieme di aerogeneratori ben inseriti lungo un crinale".

"Da sempre crediamo - ancora Imparato - che sia fondamentale e necessario progettare impianti innovativi nel rispetto del territorio e con la partecipazione delle comunità locali. Condanniamo invece fortemente questo approccio ideologico e ribadiamo che lo sviluppo delle rinnovabili è l'unica strada per salvare il paesaggio e lo sviluppo locale, compreso quello turistico che in nessun continente è stato mai rallentato dalla presenza di rinnovabili, anzi molto spesso gli impianti vengono inseriti in percorsi turistici che sono sempre più ricercati per chi decide di fare "vacanze sostenibili".

Contrariamente alla percezione che gli impianti per l'energia rinnovabile possano compromettere il paesaggio e il patrimonio culturale, è importante riconoscere che tali impianti possono essere integrati in modo armonioso nel territorio, contribuendo a preservare la ruralità tradizionale e minimizzando l'impatto visivo. Inoltre, gli impianti rinnovabili possono essere un catalizzatore per lo sviluppo locale, inclusa l'industria turistica, creando opportunità per il turismo sostenibile e aggiungendo valore ai percorsi turistici.

La partecipazione delle comunità locali nella progettazione e nell'implementazione degli impianti per l'energia rinnovabile è fondamentale per garantire che gli interessi delle persone e dell'ambiente siano adeguatamente considerati. Questo approccio collaborativo può favorire la creazione di soluzioni su misura che rispettino il tessuto sociale ed economico delle regioni coinvolte.

Pertanto, la proposta di limitare gli impianti per l'energia rinnovabile rappresenta un rallentamento potenziale nella transizione verso un'economia più sostenibile e resiliente. È importante che le politiche e le decisioni amministrative sostengano attivamente lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, garantendo al contempo la salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale.