Avellino

Le istituzioni e la stampa estera se ne ricordano, data l’attualità delle sue intuizioni e delle sue scoperte. E l’Italia? Lasciamo perdere. Ma chi era Ettore Maiorana, la cui misteriosa vicenda ha popolato l’interesse e i sogni di noi giovani studenti universitari dell’Ateneo Napoletano? Chi era colui il cui nome si trova oggi associato a tanti concetti scientifici? Si parla adesso dell’equazione di Maiorana, delle forze di Maiorana, della trasformazione, dell’algebra, del neutrino, della sfera, sempre di Maiorana. La fisica fondamentale è in fase avanzata di “Maioranizzazione”.

Nato nel 1906 a Catania, Ettore Maiorana fu un teorico puro, un ricercatore folgorante, un fisico produttivo, fino al giorno nel quale si volatilizzò una sera del marzo 1938. A partire dal 1960, alcune sue idee, per lungo tempo restate nell’ombra, sono diventate di attualità: esse hanno portato uno sguardo nuovo sulle proprietà del neutrino, particella elementare scoperta nel 1956; successivamente esse hanno aperto nuove piste a proposito di alcuni problemi fondamentali, come l’ipotetica materia nera, materia invisibile, di natura ancora sconosciuta, che sembra ben più abbondante nell’universo rispetto alla materia ordinaria; e più recentemente esse hanno riguardato il campo dell’ordinatore quantico dove lasciano intravedere delle piccole rivoluzioni. La carriera di Maiorana è durata solo dieci anni.

Essa ha avuto inizio nel 1928, quando Enrico Fermi accolse nel suo laboratorio di Roma il giovane magro dagli occhi scuri e incandescenti. Fermi comprese immediatamente di essere al cospetto di un genio autentico, della stessa tempra di Galileo e di Newton. Ma sempre Fermi notò nel giovane una mancanza di buon senso.

Maiorana trovava difficoltà a vivere serenamente tra i suoi congeneri, ed è stata questa involuzione tormentata e pessimistica della sua anima che lo ha condotto a sparire o ad andare altrove. Una sua lettera enigmatica, inviata il 25 marzo 1938 al direttore dell’Istituto di fisica di Napoli, dove egli insegnava, recita così: “Ho preso una decisione che è ormai ineluttabile.

In essa non vi è alcuna traccia di egoismo, ma io mi rendo conto che la mia sparizione improvvisa rischia di essere un turbamento per te e per gli studenti. Perdonami per aver deluso la tua fiducia e la tua simpatia. Ti prego di conservare un buon ricordo in coloro che ho imparato a conoscere ed apprezzare nel tuo Istituto. Di tutti conserverò un bel ricordo almeno fino alle undici di questa sera, e se possibile anche dopo”. Egli si imbarcò sul traghetto Napoli-Palermo, e sparì. Furono avanzate molte ipotesi, ma nessuno sa ciò che accadde. Maiorana appare dunque retrospettivamente come l’equivalente di una particella quantica il cui destino è al di sopra di una moltitudine di traiettorie possibili, senza che nessuna di esse possa essere considerata più reale delle altre. Il suo testo più profetico fu pubblicato nel 1938, dove egli descrive le antiparticelle inventando un formalismo matematico molto originale.

Secondo le sue equazioni, le particelle neutre, quelle che sono sprovviste di carica elettrica, sono necessariamente identiche a quelle dotate di carica elettrica, come se fossero allo specchio. Nel gergo fisico internazionale queste particelle sono chiamate “di Maiorana”. Attualmente vengono condotte intense ricerche per tentare di metterle in luce, dato che le loro proprietà lasciano pensare che esse potrebbero ben essere costitutive della materia nera. Ettore Maiorana fu un essere evanescente, ma si può dire che i suoi lavori sono di attualità.

L'autore è Medico - Endocrinologo