di Paola Iandolo
Il pastore di Montoro già noto alle cronache nazionali per i suoi trascorsi, è assolto dall'accusa di detenzione di proiettili di vario genere. Ad emettere la sentenza di assoluzione è stata emessa dal Tribunale di Nocera Inferiore, presieduto dal Dott. D’Arco, con formula piena "per non aver commesso il fatto" dopo aver accolto in pieno le tesi difensive volte a sostenere la non appartenenza dei proiettili al pastore di Montoro, difeso dall'avvocato Rolando Iorio.
La ricostruzione
Alfonso D’Aponte, oggi 60enne, nel 1997 uccise la sorella da poco maggiorenne, venendo condannato alla pena di anni 18 di reclusione.Sul suo conto persistono dubbi anche in merito alla scomparsa di un fratello, Giuseppe D’Aponte, il cui corpo non è stato mai rinvenuto, e sulla improvvisa morte della nonna, trovata improvvisamente deceduta nel proprio letto. “Procedimenti penali questi ultimi – precisa il difensore di D’Aponte, l’Avvocato avellinese Rolando Iorio – dai quali il mio assistito è uscito assolutamente indenne, non avendo riportato alcuna condanna in merito”. Dopo circa 15 anni di detenzione espiati per l’omicidio della sorella, al primo permesso ottenuto in occasione delle festività natalizie, nel Dicembre 2012, Alfonso D’Aponte uscito dal carcere di Sulmona per una breve licenza, giunto in paese, tentò di uccidere gli altri due fratelli, Lucio ed Antonio. “Accusa di tentato omicidio del tutto caduta in aula dinanzi al Tribunale Collegiale di Avellino, allora presieduto dalla Dott.ssa Troiano, e riqualificata in lesioni personali”. Ma nel settembre del 2019 Alfonso D’Aponte si rese protagonista di una clamorosa evasione dal Carcere di Vasto. Per giorni i Carabinieri di tutta Italia gli diedero la caccia essendo ritenuto estremamente pericoloso. Massima attenzione era rivolta ai fratelli di D’Aponte, ritenuti un obiettivo certo del pluripregiudicato. Infatti, dopo giorni di ricerche estenuanti da parte delle Forze dell’Ordine, D’Aponte venne trovato e catturato in una casa diroccata, nel Comune di Mercato San Severino, a poche centinaia di metri dalla abitazione di uno dei suoi due fratelli.Al momento dell’arresto, nel rudere dove aveva trovato riparo, vennnero rinvenute, occultate in un incavo della parete, anche 11 cartucce calibro 38 special e 4 cartucce calibro 38 marca Fiocchi. Partì, quindi, un nuovo procedimento a carico del 60enne per detenzione di munizionamento per armi comuni da sparo.