Ai tifosi del Napoli - sono certo - non importa un fico secco delle liste di proscrizione del presidente Aurelio De Laurentiis (ammesso che, come dice qualcuno, ve ne siano) o di chi per lui. E neanche dei tanti nuovi nomi che già si fanno per ogni ruolo tecnico e dirigenziale. Del resto chiudere la stalla ora che tutti - e ripeto tutti - i buoi sono scappati (e intendo calciatori, procuratori, staff tecnici e atletici, sponsor e tifosi stessi) non serve a nulla. Questo campionato peserà sulla storia recente del Napoli per molto e molto tempo in termini economico-finanziari e di immagine e nessuno può farci più nulla.
Abbiamo tutti voglia a insistere in sterili recriminazioni e a cercare rimedi o soluzioni comunque beffarde e tardive. Non cambierà nulla. Prendiamoci la lenta agonia dettata da queste ultime partite e cerchiamo di non intorbidire ulteriormente le acque o rendere l'aria ancora più mefitica e irrespirabile. Qualcuno su X (ex Twitter) ha perfino scritto: "Ci stanno arrivando tutti, c’è il dubbio di un ammutinamento per creare un danno economico alla società, sarebbe gravissimo. Ma questo può accadere perché c’è una base di tifo che odia ADL. E’ quello che ho sempre temuto ed è il motivo per cui l’hype su Conte è pericolosissimo."
Ci mancavano solo nuove dietrologie da ammutinamenti, faide o dispettucci di poco conto. Così non otterremo che far andare a picco una barca che fa già acqua da ogni parte. È ora di unirsi e saldare i ranghi della passione, del rispetto e dell'amore, casomai (ma solo per un tempo molto breve) un po' meno cieco di prima. Non so chi sarà il prossimo tecnico del Napoli - io uno ne avevo suggerito personalmente al presidente De Laurentiis la sera della sconfitta nel girone di andata con l'Empoli e ora guida con un certo valore la Lazio - e, come ho più volte scritto, non credo che il nome conti (mai termine fu più appropriato) granché, almeno in questa fase di incertezza societaria e in questo marasma generale. Nulla muterà se non si cambierà l'idea stessa di gestione della SSC Napoli, se non si rivedranno gli obiettivi a medio e lungo termine e le modalità per conseguirli, se non ci saranno le figure giuste al posto giusto (comprese quelle che si occupano di comunicazione) e, soprattutto, se non si stabilirà una nuova, vera, grande "alleanza" tra squadra e piazza. Due volte sole il Napoli ci è riuscito e due volte ha vinto, la prima con Diego Armando Maradona e la seconda con Luciano Spalletti. Senza anima, almeno da queste parti, non c'è futuro.