Benevento

Circa tremila anni fa, durante il periodo etrusco, mentre Capua era tra le città più sviluppate e popolose d'Italia, ampi insediamenti erano presenti nelle aree interne della Campania, nei pressi del Volturno.
Lo testimonia l'eccezionale e inatteso tesoro emerso e presentato oggi ad Amorosi.
Una necropoli preromana, attestata fra le fasi finali dell’età del Ferro e l’avanzato periodo orientalizzante (terzo quarto del VIII – seconda metà/fine del VII sec. a.C.) e caratterizzata da ricchi corredi funebri.
È questo il più importante ritrovamento, non l'unico, rinvenuto in occasione delle attività di indagine preventiva e di scavo archeologico nell’area in cui sorgerà la futura stazione elettrica di Terna, funzionale alla connessione alla Rete elettrica di Trasmissione Nazionale della Rete Ferroviaria Italiana per l’Alta Velocità “Napoli-Bari”, nello specifico della tratta “Frasso Telesino – Telese.

Il Mic: ritrovamento eccezionale

"Un ritrovamento di valenza eccezionale" secondo il Ministero della Cultura emerso poco più di un anno fa, durante la verifica preventiva dell’interesse archeologico nell’ambito del processo di progettazione dell’opera, condotta dalla committenza Terna con la direzione scientifica della Soprintendenza ABAP per le province di Caserta e Benevento, è stata portata alla luce una estesa area archeologica, posta nelle vicinanze del fiume Volturno. Sulla base delle evidenze riscontrate durante la prima fase di cantiere, sono stati avviati scavi archeologici estensivi per la verifica della consistenza e della conservazione del contesto archeologico.

Gli interventi alla conferenza

“Una grande opportunità” per il sindaco di Amorosi, Carmine Cacchillo “per la valorizzazione culturale della città realizzabile grazie alla sinergia con le istituzioni preposte.
Una scoperta archeologica riveste un’importanza decisiva per la storia della nostra cultura”.
“Crediamo che altri importanti ritrovamenti possano emergere nelle aree circostanti” ha spiegato Gennaro Leva Soprintendente ABAP Caserta e Benevento e ha dunque rivolto il suo appello alle Forze dell'ordine e al Comune perchè vigilino contro i malintenzionati “La sfida dei nostri tempi, dunque, è quella di proteggere il patrimonio archeologico ancora “da scoprire” senza interferire (troppo) con lo sviluppo infrastrutturale del Paese.
La grande sfida, che da oggi deve vedere protagonista la Soprintendenza e il Ministero della Cultura è finalizzata allo studio, al restauro e alla valorizzazione del grande patrimonio archeologico rinvenuto, trasformando i ritrovamenti archeologici da possibile ostacolo per la realizzazione dell’infrastruttura a opportunità per la valorizzazione culturale dei nostri territori”.
“Questa giornata è frutto di un’intensa collaborazione istituzionale che mi ha visto presente, nelle mie funzioni istituzionali al fianco del Comune di Amorosi e della Soprintendenza - ha detto il deputato di Forza Italia Francesco Maria Rubano - E’ il primo passo propedeutico all’apertura, nel comune di Amorosi, di una struttura museale che possa arricchire, sempre più, il nostro territorio di testimonianze culturali che entrino a far parte di itinerari turistici già dal prossimo anno che vedrà con il Giubileo milioni di visitatori invadere la nostra bella Italia”.
Michela Frapporti, Responsabile Unità di Archeologia in Sviluppo Progetti di Terna; Chiara Pietraggi, Responsabile Unità di Autorizzazioni e Concertazione Centro Sud Area Tirrenica di Terna hanno spiegato quanto l'impegno di Terna sia mirato a sviluppare il territorio ma anche a tutelarlo e valorizzarlo, in una continua opera di crescita.
Ad illustrare invece i reperti emersi Andrea Martelli, Funzionario Archeologo SABAP per le province di Caserta e Benevento.

Sepolture, corredi funerari dell’élite della società dell’epoca

Seppure lo scavo del sito abbia messo in luce vari livelli di frequentazione, dall’epoca preistorica fino all’età tardo antica, le evidenze archeologiche meglio conservate riguardano la grande area funeraria, attestata fra le fasi finali dell’età del Ferro e l’avanzato periodo orientalizzante (terzo quarto del VIII – seconda metà/fine del VII sec. a.C.). Sono state scavate complessivamente 88 sepolture su una superficie di circa 13.000 mq. I contesti erano riferibili alla così detta “Cultura delle tombe a fossa” che caratterizza la Campania interna prima dell’emergere dei Sanniti. I corredi funerari presentavano differenze di genere, nelle tombe maschili erano presenti armi, mentre in quelle femminili ricche parure composte da oggetti di ornamento in bronzo come fibule, bracciali, pendagli, elementi in ambra e osso lavorato. Nei corredi ricorrevano anche grandi quantità di vasi di forme differenti, spesso impilati gli uni sugli altri, deposti generalmente ai piedi del defunto in uno spazio riservato.
Alcune sepolture si distinguevano per caratteri di eccezionalità con la presenza di oggetti di particolare prestigio, come un grande cinturone in bronzo riccamente decorato o vasi in bronzo laminato che richiamano le sepolture di rango principesco attestate in Campania in epoca orientalizzante. L’elemento di maggiore monumentalità è costituito però da due grandi sepolture a tumulo caratterizzate dalla presenza di imponenti circoli dal diametro di circa 15 metri che erano certamente pertinenti ad esponenti dell’élite della società dell’epoca.
 

Per riportarli alla luce un lavoro in sinergia

Vista l’importanza dei rinvenimenti, la Soprintendenza ABAP per le province di Caserta e Benevento ha chiesto il sostegno di Terna per l’avvio di un vasto progetto di studio e documentazione delle evidenze individuate, avvalendosi di professionisti ed esperti che hanno svolto attività di microscavo delle terre interne ai contenitori recuperati e di restauro preliminare dei materiali, di analisi antropologiche dei resti ossei e di analisi archeobotaniche dei terreni in un magazzino-laboratorio appositamente allestito in locali messi a disposizione dal Comune di Amorosi.
La Soprintendenza di Caserta e Benevento è impegnata con il sostegno di Terna e la collaborazione dei Comuni di Amorosi e Puglianello nell’organizzazione di eventi di comunicazione ed esposizione preliminare dei risultati degli scavi e nella direzione dell’ampio progetto finalizzato allo studio, al restauro e alla valorizzazione del grande patrimonio archeologico rinvenuto.
 

Tutela del patrimonio e sviluppo del territorio

Al fine di armonizzare l’esigenza di tutela del patrimonio archeologico e, allo stesso tempo, di realizzare infrastrutture elettriche fondamentali per lo sviluppo del Paese, Terna si è dotata di un apposito presidio tematico legato all’archeologia preventiva. L’Unità di Archeologia, infatti, lavora a supporto di tutta l’azienda con l’obiettivo di utilizzare l’archeologia preventiva come strumento per definire le azioni progettuali e individuare le migliori soluzione in accordo con le Soprintendenze. L’integrazione dell’archeologia preventiva nei diversi livelli di progettazione, quindi, parte da un attento studio del territorio già dalle primissime fasi di fattibilità e fino alla realizzazione dell’opera e alla restituzione al territorio di manufatti, informazioni, documenti e conoscenze che sono patrimonio di tutti. Il caso di Amorosi è un esempio concreto di questa proficua e sinergica collaborazione tra Committenza ed Enti coinvolti nell’importante processo autorizzativo.