Monteforte Irpino

di Paola Iandolo 

Dopo lo scioglimento del comune di Monteforte Irpino, è stata aperta inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.  Sotto la lente d'ingrandimento gli intrecci tra comune, le imprese legate ai vari clan operativi in Irpinia e raggiunte dalle interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Avellino e inviate all'amministrazione comunale guidata dall'ex sindaco Costantino Giordano. 

La Dda dopo la relazione del Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi ha ritenuto opportuno acquisire gli atti che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Monteforte Irpino per infiltrazioni camorristiche. Dalla relazione del Ministero dell'Interno e Prefettura di Avellino la traccia delle collusioni tra comune, imprese e organizzazioni criminali per l’affidamento degli appalti. Le indagini della Direzione distrettuale antimafia lasciano presagire sviluppi clamorosi che potrebbero coinvolgere anche imprenditori insospettabili. Sotto la lente d'ingrandimento del pool antimafia anche il comportamento di dirgenti e dipendenti di Palazzo Loffredo. Gli inquirenti hanno messo in evidenza con la commissione di accesso i legami dell'amministrazione guidata dal l'ex sindaco Costantino Giordano, con alcuni esponenti della criminalità organizzata locale in particolare il Clan Partenio, ma anche con quelli del clan Moccia. Sembrerebbe che il Comune irpino avrebbe affidato l'appalto per la raccolta degli olii esausti a una ditta Soloil, controllata dal clan Moccia, attraverso l'imprenditore Di Sarno, quest'ultimo avrebbe avvicinato il sindaco tramite un noto imprenditore locale, anche lui raggiunto da una interdettiva antimafia.