Salerno

"La Compagnia Portuale di Salerno sta vivendo un profondo stato di crisi". E' l'allarme lanciato dal console Vincenzo D’Agostino, che paventa il possibile abbio del licenziamento collettivo per i dipendenti. Il verbale dello stato di crisi è stato inviato a tutte le istituzioni, ai partiti e alle organizzazioni sindacali.

"Il modello Salerno non è più un vanto per la portualità", l'amara riflessione. "La Compagnia Portuale istituita nel 1931 contava oltre 450 lavoratori. Nel 1995 divenne Cooperativa con soli 285 lavoratori. I continui successivi tagli da parte del MIT rideterminavano l’organico massimo dei lavoratori della Cooperativa addetti alle operazioni portuali. In conseguenza di ciò nel 2011 le unità di lavoro divennero n. 180 comprensive di amministratori, tecnici e somministrati. Ad oggi la forza lavoro è rappresentata da soli 150 lavoratori comprensiva di amministrativi, tecnici e somministrati", i numeri del declino sottolineati da D'Agostino.

Nel 2024 la Cooperativa portuale perderà 12mila turni rispetto al periodo precedente. "Questi turni chi li sta effettuando? A noi serve il lavoro, basta chiacchiere, basta assunzioni da parte delle imprese operanti nel porto di Salerno, basta deregolamentazione del lavoro portuale con interscambio di manodopera, basta gestione dei picchi di lavoro senza ricorrere al personale della Cooperativa", il monito dell'esponente dello scalo, che teme per il futuro di 150 lavoratori e altrettante famiglie di Salerno.