Benevento

Prima si è accomodato sulla sedia riservata ai testimoni, poi su quella abituale del pubblico ministero. E' la strana giornata vissuta dal sostituto procuratore Francesco Sansobrino, da un anno e mezzo alla Procura di Taranto dopo averne trascorsi quattro e mezzo in forza all'ufficio inquirente sannita.

Il magistrato è stato ascoltato, indicato dalla difesa, come teste a discarico nel processo ad una dipendente dell'amministrazione giudiziaria – ha sottolineato di non aver mai avuto problemi con lei e di averne apprezzato sempre l'impegno nel lavoro-, accusata di accessi abusivi al sistema informatico.

A seguire, a distanza di pochi minuti, il cambio di ruolo, come rappresentante della pubblica accusa, compito al quale è stato delegato nonostante il trasferimento, nel processo a carico di 22 persone ( e 9 società) coinvolte in una indagine dei carabinieri, da lui diretta, sugli appalti della Provincia.

Una trentina i capi di imputazione nei quali sono state racchiuse, a vario titolo, le accuse di corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreti d’ufficio, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, tentata induzione indebita a dare o a promettere altre utilità, tentata concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falso ideologico.

L'udienza prevede l'escussione di una serie di militari e l'esame anche di un imputato che aveva patteggiato. Se il programma sarà rispettato, nel prossimo appuntamento in aula dovranno invece deporre due delle parti civili: l'ex segretario della Rocca Franco Nardone e l'ingegnere della Provincia Stefania Rispoli.