L’Ecofn ha adottato la direttiva riveduta sul rendimento energetico nell'edilizia. Per gli edifici non residenziali si prevedono standard minimi di prestazione. Secondo le nuove regole, nel 2030 tutti gli edifici non residenziali saranno al di sopra del 16% degli edifici con le peggiori prestazioni ed entro il 2033 al di sopra del 26% degli edifici con le peggiori prestazioni in termini di prestazione energetica. Ciò porterà a una graduale eliminazione degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni. Entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovrebbero essere edifici a emissioni zero ed entro il 2050 il patrimonio edilizio dovrebbe essere trasformato in un patrimonio edilizio a emissioni zero. Italia e Ungheria hanno votato contro; Cechia, Croazia, Polonia, Slovenia e Svezia si sono astenuti.

Il nuovo dispositivo Ue prevede che gli stati possano scegliere di esentare edifici specifici dalle norme, come edifici storici, luoghi di culto o edifici di proprietà delle forze armate. Gli stessi stati dovranno garantire che il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali sarà ridotto del 16% nel 2030 e del 20-22% nel 2035. Almeno il 55% della riduzione energetica sarà ottenuta attraverso la ristrutturazione degli edifici più deteriorati, che rappresentano il 43% degli edifici. edifici residenziali performanti. Negli sforzi di rinnovamento metteranno in atto misure di assistenza tecnica e di sostegno finanziario, con particolare attenzione alle famiglie vulnerabili. Per decarbonizzare il settore edilizio, i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici includeranno una tabella di marcia con l’obiettivo di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040. Le nuove norme garantiranno l'attuazione di impianti idonei di energia solare nei nuovi edifici, negli edifici pubblici e in quelli esistenti non residenziali in fase di ristrutturazione che richiedono un permesso. Forniranno inoltre infrastrutture per la mobilità sostenibile, compresi punti di ricarica per auto elettriche all’interno o accanto agli edifici, precablaggi o condutture per ospitare future infrastrutture e parcheggi per biciclette.

La direttiva sarà ora firmata e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. Gli stati avranno due anni per recepire le disposizioni della direttiva nella loro legislazione nazionale. La Commissione riesaminerà la direttiva entro il 2028, alla luce dell’esperienza acquisita e dei progressi compiuti durante la sua attuazione.