Avellino

di Paola Iandolo 

Poche righe per chiedere perdono per quanto compiuto ad Aldo Gioia, il 53enne avellinese deceduto per le ferite da armi da taglio. Lettera scritta dal giovane imputato di Cervinara, Giovanni Limata, difeso dall'avvocato Rolando Iorio. Coltellate inferte nell'appartamento di Corso Vittorio Emanuele nell'aprile del 2021. Limata in quelle poche righe consegnate nelle mani del Procuratore Generale ha chiesto anche l’escussione in aula di una persona informata sui fatti, non ascoltata nell'istruttoria dibattimentale di primo grado.

La condanna in primo grado

Giovanni Limata, condannato a 24 anni di reclusione per il delitto di Aldo Gioia insieme alla figlia della vittima, Elena, era presenta davanti ai giudici della Corte di Appello di Napoli, presieduta dal giudice Ginevra Abbamondi, che ha letto in aula la missiva dell’imputato. Questa mattina hanno rassegnato le loro conclusioni davanti alla Corte tutti i legali delle parti in causa nel processo. A partire dalle parti civili, l’avvocato Francesca Sartori, che difende la moglie e la prima figlia di Aldo Gioia, Emilia, costituite solo contro Limata. A seguire l’avvocato Brigida Cesta, che difende i fratelli di Aldo Gioia, costituiti contro i due imputati. Infine gli avvocati Livia Rossi, difensore di Elena Gioia e Rolando Iorio, difensore di Giovanni Limata. I giudici si sono riservati sulla richiesta dell’imputato, che scioglieranno alla prossima udienza, già fissata per lunedì 15 aprile. In quella sede, in caso di rigetto, ci sarà verosimilmente anche la sentenza di secondo grado.

Le richieste in Appello

Gli avvocati di parte civile hanno chiesto la conferma della condanna di primo grado. Mentre gli avvocati degli imputati Livia Rossi e Rolando Iorio, hanno chiesto la riforma della sentenza di primo grado e il riconoscimento del vizio parziale di mente.