Avellino

Mettere immediatamente fine al Commissariamento della Camera di Commercio Irpinia- Sannio e, contestualmente, fare chiarezza sulle ragioni che stanno spingendo la Regione Campania a tenere l’Ente camerale praticamente “in ostaggio”.

Non da ultimo, bloccare un eventuale e sconsiderato tentativo, sotto la regia del Governatore De Luca, dell’acquisizione della CCIAA Irpinia- Sannio all’Ente camerale di Salerno.

E’ quanto ha chiesto il consigliere regionale Livio Petitto, capogruppo in Campania di “Moderati e Riformisti”, attraverso una interrogazione al Consiglio regionale, discussa nella seduta odierna del Question time.

 Petitto ripercorre la genesi dell’accorpamento della Camera di Commercio della provincia di Avellino con quella sannita, processo risalente all’anno 2016, ma arrivato a conclusione solo nel 2022: una vacatio di sei anni, al netto di una normativa che indica in sei mesi l’arco temporale per costituire nuovi Enti associativi.

Quindi il mancato raggiungimento del quorum per l’elezione del Presidente che, di fatto, si è trovato subito in minoranza, oltre che all’anomalia dell’assegnazione di 32 seggi rispetto ai 33 previsti per il Consiglio.

“Arriviamo alla data del 30 marzo 2023- spiega il consigliere regionale Petitto- a otto mesi dell’elezione dei nuovi vertici, quando il Presidente della Regione Campania ha disposto il commissariamento dell’Ente camerale, con la nomina del salernitano Girolamo Pettrone.  Un provvedimento adottato ai sensi di una precisa norma legislativa ma sulla scorta di presupposti opinabili, come denunciato da alcune Associazioni di categoria all’Autorità` Giudiziaria.
Le stesse Associazioni hanno  manifestato evidenti perplessità rispetto al ruolo di Andrea Prete- presidente di UNIONCAMERE nazionale  e della Camera di Commercio di Salerno- che, probabilmente, punta all’acquisizione della CCIAA Irpinia- Sannio all’Ente salernitano con una nuova sconsiderata fusione a tre o - come ultima ipotesi - di porre al vertice dell’ Ente irpino-sannita un suo sodale”.

Un’altra determina nel mirino dell’onorevole Petitto è la numero 103 quando  il commissario Pettrone provvede a stabilire con il presidente della Camera di commercio di Salerno [Andrea Prete] “l’esercizio convenzionale della Segreteria generale in assegnazione temporanea parziale attraverso l’utilizzazione quale sostituto pro tempore non solo del segretario generale [Raffaele De Sio] ma addirittura anche di una ulteriore figura dirigenziale [Antonio Luciani]”.  

“A quattro mesi dalla nomina del nuovo segretario generale- incalza il leader di Moderati e Riformisti” - le procedure per il rinnovo del Consiglio affidate al dirigente restano bloccate e acuiscono la disastrosa situazione che vive la Camera di Commercio Irpinia-Sannio anche alla luce dei criticabili, se non illegittimi, provvedimenti assunti dal Commissario nell’ultimo anno.

 È prerogativa della giunta della Regione Campania porre termine alla precedente delibera di Commissariamento, non solo evitabile, ma illegittima, e contestualmente ad una gestione tutt'altro che trasparente ed oculata dell'Ente, ripristinando le condizioni di agibilità democratica e di rispetto delle regole, con il coinvolgimento diretto delle associazioni di categoria, al fine di eleggere i nuovi organismi dell'ente, come previsto dallo Statuto.

Viceversa- rimarca Petitto- il tentativo di allungare i tempi del commissariamento, non solo danneggia le associazioni di categoria più rappresentative del territorio e le imprese aderenti, ma penalizza anche l’intero mondo produttivo locale oltre che cristallizza il tentativo in atto di espropriare le province di Avellino e Benevento della propria autonomia, imponendo i diktat di alcuni ambienti confindustriali salernitani con l’avallo degli amministratori regionali”.

A Petitto non basta la risposta dell’assessore alle attività produttive Marchiello che, “pur ricordando la travagliata vicenda che ha impedito alla CCIAA di approvare il bilancio, parla di accertamenti in corso in una tempistica surreale.

E questo avviene in una Regione – conclude il consigliere regionale- che invoca celerità al Governo centrale sollevando le masse di amministratori amici.  Un atteggiamento che mi sembra abbastanza risibile, posto che a Caserta in una circostanza simile sono già state indette le elezioni”.