“I dati sulla povertà registrata nel Paese per l’anno 2023, ancora in aumento, seppur leggero, rispetto a quelli del 2022, rappresentano una situazione assolutamente inaccettabile”: è quanto dichiara il Presidente delle ACLI di Avellino, Alfredo Cucciniello, commentando gli ultimi dati diffusi dall’ISTAT. “Due milioni e 234 mila famiglie, per un totale di 5 milioni e 700 mila persone in povertà sono un fatto grave su cui il Governo dovrebbe intervenire con urgenza e con politiche serie di contrasto. La direzione assunta sembra invece quella esattamente contraria e le misure pensate per sostituire il Reddito di cittadinanza si sono già rivelate un clamoroso fallimento. L’Assegno di inclusione ha raggiunto complessivamente 550.000 persone, contro il milione e 200 mila del Reddito di cittadinanza, mentre sono appena 24.000 i percettori della misura di supporto per la formazione e il lavoro delle persone tra i 18 e i 60 anni. Per quanto tempo ancora il Governo resterà sordo e muto dinanzi a una situazione che già oggi pregiudica la vita di milioni di persone, tra i quali 1 milione e 300 mila sono minorenni? Per evitare che la situazione peggiori e diventi davvero insostenibile occorre che il Governo attivi uno strumento universalistico di contrasto alle povertà, con criteri di accesso diversi da quelli introdotti dalla riforma. Occorre altresì essere seri anche quando si snocciolano numeri sul presunto aumento del numero degli occupati, perché il lavoro povero è una delle piaghe del nostro tempo, che va contrastato con la formazione, con il contrasto ai contratti pirata e alle finte partite Iva e a tutte quelle forme di precariato e sfruttamento alle quali ci stiamo abituando e che non sono estranee al continuo aumento delle vittime sul lavoro”,
"La povertà avanza e il Governo resta sordo e muto, ora basta"
Così il Presidente delle ACLI di Avellino, Alfredo Cucciniello
Redazione Ottopagine